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Giovedì 17 Maggio 2012
Lecco: l'impresa
tra mille ostacoli
A Lecco la spinta imprenditoriale si è indebolita, a causa della crisi ma anche per i mille ostacoli che ogni imprenditore deve affrontare ogni giorno.
È tempo di bilanci per Guido Villa, presidente uscente del Confidi di Confartigianato Lecco, non più eleggibile dopo tre mandati consecutivi. Il suo è stato un osservatorio speciale che, tirando le somme, gli fa dire con sicurezza che, «per quanto riguarda lo spirito e la mentalità d'impresa, a Lecco ne vedo sempre meno. Ma bisogna resistere perchè quello dell'artigiano, oggi, è l'unica professione per giovani. Una professione concreta, formativa sotto tutti i punti di vista».
Villa guarda con disincanto a «una spinta imprenditoriale che, a Lecco, ha subito un duro colpo, per varie ragioni legate alla crisi, ma anche all'oppressione degli obblighi burocratici, a un mutamento di mentalità e di spirito critico che è venuto meno».
Lui, terza generazione di un'impresa che a Valmadrera produce scale in legno, dice di aver «sempre guardato al futuro con speranza, ma - aggiunge - sulle previsioni non mi aspetto niente di buono in termini di volume d'affari ma anche finanziari, dato che ottenere credito è molto difficile. Noi abbiamo fatto la nostra parte col Confidi, che ha avuto un ruolo sempre più determinante nello sbloccare da parte delle banche le decisioni sulla concessione di credito alle piccole imprese. Senza la nostra cooperativa di garanzia, con i chiari di luna che vediamo dal 2009 ad oggi, molte aziende sarebbero saltate».
Villa lascia un Confidi che nel 2011 ha garantito alle proprie imprese iscritte crediti per 18 milioni di euro, «ma ora, dopo un po' di assestamento registrato l'anno scorso, vediamo che la situazione sta di nuovo peggiorando, con una richiesta di credito che è radicalmente cambiata. Anche se c'è ancora una fetta d'imprenditoria che chiede finanziamenti per rinnovare macchine o comprare nuovi automezzi, la stragrande maggioranza di richieste è di soldi per pagare le spese».
L'imprenditore ha alle spalle una lunga partecipazione associativa in Confartigianato che, spiega, «ha giocato un bel ruolo nel cercare di fare cambiare mentalità alle imprese. Negli ultimi anni, soprattutto con la crisi, le aziende si sono un po' compattate, unite in diverse iniziative di rete». Ma è realista sui limiti delle associazioni: «Quando uno ha un problema profondo, di solitudine e di perdita di orientamento, non permette agli altri di entrare nel suo disagio e, da imprenditore, penso che ognuno alla fine preferisca affrontare da sé i propri problemi.
«Solo lui può risolverli, non lo possono fare né i colleghi né l'associazione, ma è anche vero che frequentando l'associazione ci si sente meno soli, si verifica che gli stessi problemi possono averli altri. Qualche settimana fa - conclude - abbiamo festeggiato i nostri cinquant'anni, è stata un'occasione per verificare da vicino che l'associazione dà alle aziende un grande esempio di vicinanza, da raccogliere soprattutto nei momenti peggiori».
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