Lecco: l'ex prevosto Busti
racconta il cardinal Martini

Il ricordo di monsignor Busti, vescovo di Mantova: «Martini era una persona molto umana. Tanto che si sbigottì quando Giovanni Paolo II lo incaricò di assumere la cattedra di San Carlo»

LECCO Non erano semplicemente due pastori di anime che condividevano una grande fede. Monsignor Roberto Busti, vescovo di Mantova, e Carlo Maria Martini erano amici.

Fu il cardinale a nominarlo direttore dell'Ufficio Comunicazioni Sociali della diocesi di Milano e suo portavoce nel 1981. Fu sempre Martini a mandarlo a Lecco come prevosto nel 1991 (in occasione della festa della Madonna del Rosario).

Ma Busti va oltre a quelli che furono i loro rapporti "di lavoro": «Avevamo in comune non solo il lavoro, ma anche il modo di pensare, la vicinanza, una simpatia reciproca. Lui era una figura molto complessa: una persona di grande intelligenza, uno "scienziato", rettore dell'Istituto Biblico e della Gregoriana, due scuole tra le prime al mondo per gli studi teologici. Era al centro della Chiesa».

«Ma era anche una persona molto umana. Tanto che si sbigottì quando Giovanni Paolo II lo incaricò di assumere la cattedra di San Carlo».

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