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Sabato 03 Novembre 2012
Lecco: l'edilizia punta
sulle case ecologiche
L'edilizia in crisi guarda alle abitazioni da ristrutturare in chiave energetica per un possibile rilancio. Secondo l'Ance di Lecco, il Govreno dovrebbe favorire il miglioramento energetico degli immobili con misure di carattere fiscale.
La crisi è pesante e si trascina da quasi quattro anni. Era il 2009, quando il settore delle costruzioni cominciò a battere in testa, dopo un periodo di crescita durato almeno un lustro. E oggi - per dirla con le parole di Paolo Cavallier, direttore di Ance Lecco - «la situazione è molto difficile». Nel buio si vede qualche segnale di risveglio? Cavallier non vuole eccedere in pessimismo (ce n'è già troppo in giro) ma ammette che «al momento di indicatori positivi se ne vedono pochi e questi sono molto timidi».
Quali sono? «Notiamo - spiega Cavallier - che da parte delle banche c'è una maggiore sensibilità e disponibilità sul fronte dei mutui alle famiglie».
Resta però la crisi del mercato immobiliare che non dipende solo dalla stretta sul credito. Con la sfiducia e l'incertezza generate dalla recessione, latita la propensione ad acquistare casa. «Le ricerche realizzate dal nostro centro studi - sottolinea il direttore di Ance Lecco - evidenziano che in regione si sta caricando la molla della domanda immobiliare. È una conseguenza dall'aumento del numero delle famiglie che si è registrato negli ultimi anni. Sono nuovi nuclei o nuclei di immigrati che aspirano ad avere una casa di proprietà, perché malgrado la recessione, resta radicata la cultura dell'abitazione come investimento forte della famiglia».
La molla si sta caricando, ma quando le imprese dell'edilizia sentiranno la frustata positiva sul mercato?
«Diciamo è che in crescita la domanda potenziale di case. Per trasformare questa aspirazione in una reale intenzione d'acquisto è necessario che il clima congiunturale riporti serenità e fiducia. Inoltre, serve qualche altro passo in avanti del mondo del credito verso le famiglie».
Ma l'edilizia può pensare di ripartire da un possibile risveglio del mercato immobiliare, o serve altro? «Siamo convinti che una spinta al nostro settore - sottolinea Cavallier - possa venire dalla riconversione energetica degli edifici esistenti. È un'occasione importante che risponde anche alla necessità di ridurre le emissioni inquinanti di almeno il 20% entro il 2020, come ci viene richiesto dagli accordi sottoscritti a Kyoto». Di fatto, secondo i costruttori il governo dovrebbe varare interventi fiscali che favoriscano l'adeguamento ambientale degli immobili.
Un po' quanto si è fatto nell'auto (con gli incentivi alla rottamazione che hanno aiutato lo svecchiamento del parco circolante) o, per restare nelle costruzioni, con il recupero fiscale del 36% nelle ristrutturazioni.
«Una misura - ricorda Cavallier - che fu introdotta nel '98 (sotto la presidenza Ance di Vico Valassi) con mille timori da parte del governo che temeva di perdere gettito fiscale. Invece i fatti hanno confermato la nostra tesi, che cioè la detrazione avrebbe messo in moto il volano dell'edilizia, con un conseguente aumento delle entrate fiscali. Un modello simile - spiega Cavallier - potrebbe essere adottato per il risparmio energetico. Sarebbe un grosso aiuto per il nostro settore e per l'indotto».
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