Cronaca / Lecco città
Mercoledì 26 Novembre 2014
Lecco: il lavoro prima emergenza
«Miglioramenti, ma nessuna ripresa»
Per tutto il 2014 l’occupazione si conferma come prima emergenza che anche a Lecco mostra forti segnali d’allarme nella crescita della cassa integrazione straordinaria
LECCO
Per tutto il 2014 l’occupazione si conferma come prima emergenza che anche a Lecco mostra forti segnali d’allarme nella crescita della cassa integrazione straordinaria.
È impossibile tentare di leggere fra gli ultimi dati occupazionali elaborati dalla Cgil quante e quali casse integrazione ordinaria scivoleranno nella straordinaria e quanta di questa finirà in mobilità, a sua volta possibile anticamera di licenziamenti.
Non si riesce, afferma il segretario generale della Cgil Wolfango Pirelli, ad interpretare più di tanto il futuro «dal momento – spiega – che le stesse aperture di cassa straordinaria non significano di per sé che il passo successivo sarà quello della chiusura aziendale e del licenziamento. Dipende dalle varie situazioni. Nella maggior parte dei casi – aggiunge – nei settori lecchesi più colpiti dalla crisi, al termine dell’utilizzo della cassa ordinaria si apre quella straordinaria ritenendo che ci siano margini di recupero, ferme restando quelle situazioni, che pure esistono, in cui gli ammortizzatori sociali sono utilizzati dalle aziende in situazioni già compromesse».
Sta di fatto che Lecco replica una situazione nazionale in cui ogni lavoratore in Cig a zero ore nel 2014 ha perso «oltre 6.680 euro al netto delle tasse», in totale 3 miliardi e mezzo in meno a livello nazionale in tasca ai lavoratori.
Sulle prospettive la Cgil spiega che «il problema di fondo è che un’occupazione e una ripresa stabile non si riavvieranno fino a quando il sistema delle imprese non recupererà competitività nella propria offerta di merci, nell’innovazione, nei costi e qualità, per una domanda che sarà sostenuta da una ripresa del valore delle retribuzioni e delle pensioni».
Nell’incertezza e, peggio ancora, nelle situazioni di crisi le aziende fermano gli investimenti e gli interventi attivi, con «crisi aziendali che vengono constatate senza che, nella quasi totalità dei casi, vengano avviati interventi strutturali, con la salvaguardia del proprio posto di lavoro sempre più spesso riposta nei contratti di solidarietà».
«Non c’è alcuna ripresa – aggiunge Pirelli – e a confermarlo ci sono i dati Istat sulla produzione industriale. Ci sono miglioramenti che, come quelli annunciati nello scorso mese di settembre, appena si manifestano con leggeri incrementi alla successiva rilevazione crollano nei dati. In realtà – conclude – non c’è continuità nei dati di produzione e chi a ogni minimo segnale positivo dice che il vento sta cambiando in realtà si sbaglia».
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