Editoriali / Lecco città
Mercoledì 27 Novembre 2013
Lecco, l’Automobile Club
«Non è un carrozzone»
L’Aci affondato dalle critiche del Corriere della Sera che addita la federazione lecchese come la terza più disastrata dopo quella di Parlemo e di Roma per un buco da quattro milioni. Roba vecchia, replicano il presidente Lorenzo Riva e il direttore Roberto Conforti. Gestione oculata e il cda ha rinunciato a indennità e gettoni
LECCO
Un carrozzone chiamato Automobile Club d’Italia. La definizione del Corriere della Sera che addita l’Aci di Lecco come il terzo più disastrato, con i suoi 4 milioni di disavanzo, dopo quello di Palermo e di Roma, viene respinta dai vertici lecchesi. «Non è più così. Quest’anno per la prima volta il bilancio sarà attivo con un utile di 31.500 euro».
L’operazione risanamento avviata dal presidente Lorenzo Riva sarebbe giunta in porto. Grazie - rivendica l’Aci - a una gestione oculata che emerge anche da questo segnale: il cda, presidente e consiglieri, hanno rinunciato al compenso e al gettone di presenza. Ma è lo stesso presidente Riva ad ammettere che «certe tasse sono inutili». Il riferimento è al Pra, il registro automobilistico gestito però dall’Aci nazionale che incassa per questo 191 milioni all’anno.
Insomma, se l’Aci nazionale, bacchettata più volte dalla Corte dei Conti, è sempre nel mirino per gli stipendi d’oro dei manager e per i bilanci fatti quadrare con giochini contabili, la delegazione di Lecco rivendica il risanamento autentico. La dimostrazione? Per cominciare il presidente imprenditore(è amministratore delegato della Electro-Adda di Brivio), dal 2008 a capo dell’Aci , ha rinunciato all’emolumento annuale di 5.350 euro come ai gettoni di presenza da 20,66 euro per ogni riunione. Lo stesso hanno fatto il vicepresidente Massimo Sesana (già presidente di Confcommercio fino al 2005, quando la sua gestione naufragò nello scandalo delle spese faraoniche per la nuova sede a palazzo Falck) e i due consiglieri Arnaldo Readelli (vice presidente di Confcommercio in carica) e Walter Verratti che avrebbero diritto a 14 euro a seduta . Costa 4150 euro all’anno il collegio dei tre revisori dei conti.
Ma se le poltrone qui costano niente o quasi, l’Aci Lecco tiene anche a far valere l’amministrazione virtuosa che avrebbe rimesso in riga i conti. «Le nostre entrate non beneficiano di alcun contributo dello Stato - fa sapere Conforti, compenso lordo di circa 38 mila euro l’anno, come un dipendente di fascia C5 - e sono dovute il larga parte ai 5.800 soci della provincia che pagano la tessera tra i 49 e i 79 euro a seconda dei servizi , a cui si aggiungono le provvigioni della controllata Sara assicurazioni». Gli introiti per l’attività di riscossione ? «Minimi. Incassiamo circa 33 mila euro l’anno per i 25 mila bolli auto che rilasciamo (1,87 euro l’uno)il cui incasso va alla Regione, operazione che condividiamo con altre agenzie com le tabaccherie e le banche. L’imposta provinciale di trascrizione viene girata alla Provincia». L’Aci , nelle delegazioni di Lecco, Casatenovo e Merate dà lavoro a 13 dipendenti «che da quest’anno costano meno grazie al part time».
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