Economia / Lecco città
Mercoledì 06 Novembre 2013
Lecco: l’attacco di Ciresa
«Meritiamo più rispetto»
Tra quanti non le hanno mandate a dire al ministro per lo Sviluppo economico Flavio Zanonato, in visita nel Lecchese, uno dei meno teneri è stato il presidente di Confcommercio Lecco, Peppino Ciresa
LECCO
«Le aziende non chiedono aiuti, solo di poter continuare a lavorare. Ma il Governo riesce solo ad aumentare l’iva e le tasse. Dovete avere più rispetto per i sacrifici degli italiani».
Tra quanti non le hanno mandate a dire al ministro per lo Sviluppo economico Flavio Zanonato, in visita lunedì nel Lecchese, uno dei meno teneri è stato il presidente di Confcommercio Lecco, Peppino Ciresa, che non a caso ha aperto il proprio intervento ricordando le bordate di fischi con cui l’ex sindaco di Padova è stato accolto a giugno in occasione della sua partecipazione all’assemblea nazionale dell’associazione.
Il primo attacco è relativo all’aumento dell’Iva, del quale «i commercianti stanno già pagando le conseguenze come altre categorie e come le famiglie, anche lecchesi. Una scelta sciagurata e inopportuna che noi continuiamo a osteggiare». Non è stata comunque questa l’unica “spiacevole sorpresa” che il Governo ha riservato al Paese. «Nuove tasse che spuntano con nomi nuovi, balzelli che si moltiplicano, burocrazia crescente. Va tutto nella direzione opposta rispetto a quanto servirebbe alle imprese» di cui ricorda con orgoglio l’unica richiesta: non sussidi, ma la possibilità di creare lavoro e ricchezza.
Quindi, ha sottolineato che «le imprese lecchesi del commercio del terziario e del turismo non hanno visto né l’azione tempestiva né quella in profondità. Noi ribadiamo ancora una volta senza giri di parole che i sacrifici fatti finora dalle famiglie, dalle imprese, dai lavoratori meritano più rispetto da parte della politica e del Governo». Da dimostrare attraverso una «seria spending review», la concessione di credito da parte delle banche, una vera riduzione della pressione fiscale, riportando fiducia e facendo ripartire i consumi.
«Basta con i discorsi mirabolanti su tagli che poi rimangono sulla carta o si dimostrano pura propaganda - ha incalzato -. Basta con le tasse che escono dalla porta per poi rientrare dalla finestra. Ci sentiamo presi in giro. E gli imprenditori non si meritano tutto questo», anche perchè «se si spengono le insegne dei negozi si spegne la vita di una città, di un Paese».
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