Cronaca / Lecco città
Giovedì 09 Ottobre 2014
Lecco: «La partita
si gioca sui disoccupati»
Grande cautela dei sindacati lecchesi nel giudicare la legge delega sul lavoro approvata dal Senato
La Cisl: «La crescita passa dalla nuova occupazione». La Cgil: «L’emendamento è molto generico»
All’indomani del vertice europeo di Milano sul lavoro, i capi dei sindacati lecchesi separano il grano dal loglio nel valutare le parole di Angela Merkel («passo importante» dell’Italia sul lavoro), Martin Schulz («serve strategia di rilancio dell’occupazione(...)Governo italiano fantastico, sta facendo il massimo per mobilitare investimenti»), Van Rompuy («congratulazioni», ma «bisogna abbassare le tasse sul lavoro»).
Il segretario generale della Cgil provinciale Wolfango Pirelli, che si prepara all’incontro (pubblico) con tutti i delegati della Cgil, la mattina venerdì 17 in sala Ticozzi, dice che «a Milano Renzi, aspettandosi il via libera del Senato nel pieno del vertice europeo sul lavoro, ha cercato l’atto simbolico che non gli è riuscito visto che il voto sulla delega, e da parte di un solo ramo del Parlamento, è arrivata molto tardi. Per l’Europa il giudizio vero – aggiunge – non è certo quello generico, che non può essere che tale visto che riguarda un maxi emendamento vago nei contenuti, bensì quello sugli investimenti che sapremo mettere in campo per realizzare quel che Renzi dice di voler fare. Ed è sotto gli occhi di tutti, aggiunge, che ci sono 35 parlamentari del Pd con emendamenti di peso posti a condizionare l’approvazione finale».
In merito al richiamato modello del lavoro tedesco, il sindacalista spiega che «sull’articolo 18 mi chiedo come davvero ieri ci abbia guardati la Germania, dove prima di avviare qualsiasi procedura di licenziamento ad esprimersi non è l’imprenditore ma una commissione frutto della forte bilateralità». Per il segretario generale aggiunto Cisl provinciale Valerio Colleoni «il vertice europeo di questi giorni serviva a Renzi solo per sostenere la partita in corso al Senato. Non sono certo – aggiunge - che ci siano le condizioni per lavorare insieme, a livello europeo, sui temi dell’occupazione.
Nel vertice appena concluso in realtà hanno prevalso i problemi interni dei singoli Paesi più che la volontà di risolvere i problemi del lavoro, con la Germania che sta affrontando i contraccolpi di una ripresa che credeva migliore e la Francia che un rapporto debito-Pil dal quale non rientrerà nei parametri comuni. E’ evidente – conclude – che crescita e sviluppo passano dal lavoro, che deve essere regolare. E per quanto riguarda il peso del lavoro precario e sommerso, anche l’Europa vede che il livello di ricchezza del nostro Paese è un po’ più alto se paragonato alle sole dichiarazioni di reddito da lavoro».
«A ben guardare – dice il segretario generale della Uil provinciale Carmelo Orlando – nel vertice europeo Van Rompuy ci ha ricordato che bisogna abbassare la tassazione sul lavoro, cosa che in Italia non sta accadendo. Più che un complimento – aggiunge – ho sentito un monito. Questa sul lavoro è una battaglia tutta italiana, che vedremo davvero, nella sua concretezza, nella discussione alla Camera considerando anche tutti gli emendamenti che vuole parte del Pd».
Orlando si dice «scettico su quel che potremmo ottenere in senso politico e concreto» sull’allentamento del patto di stabilità che l’Europa potrebbe mettere in campo. «Ricordo – aggiunge – che è un limite messo in campo quindici anni fa e da allora il mondo è cambiato».
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