Cronaca / Lecco città
Martedì 07 Febbraio 2017
Lecco. La Cgil: «Sulle pensioni
incombe la scure di Bruxelles»
Il sindacato teme che per far fronte all’emergenza dei conti pubblici si decida di intervenire sulla previdenza
LECCO
Sui numeri lecchesi diffusi dal Governo circa i lavoratori “precoci” il segretario generale della Cgil Wolfango Pirelli afferma che secondo una stima sindacale «i dipendenti impegnati nel lavoro manuale che hanno 41 anni di contributi a Lecco non sono più di un migliaio e a loro vanno le attenzioni inerenti sia i tempi di fuoriuscita dal lavoro sia quelle dovute per attività che dopo tanti decenni dà gli effetti del lavoro usurante».
Il numero uno della Cgil di Lecco ricorda che in un territorio come il Lecchese, con circa 28mila imprese di cui il 93% sotto i 9 dipendenti, «molti lavoratori precoci sono i titolari delle micro imprese famigliari, persone che - ricorda Pirelli - certo molto spesso rientrano nella categoria di chi ha iniziato a lavorare molto presto ma di sicuro ha una situazione diversa da quella di un lavoratore dipendente».
Pirelli sottolinea come il tema dei precoci pone due questioni: quella dell’uscita anticipata dal lavoro utilizzando l’Ape social, che non è comunque per tutti, e quella sui lavori usuranti.
Con la nuova legge di Bilancio dunque «si può andare in pensione con 41 anni di contributi e certe caratteristiche che includono anche quella di aver fatto lavori gravosi secondo tipologie previste per legge, ora allargate a infermieri e insegnanti d’asilo ma ancora ampiamente insufficienti».
Sul rischio che nella nuova emergenza creata dai conti pubblici che non soddisfano Bruxelles si vadano a pescare risorse nella riforma delle pensioni Pirelli ricorda che «da mesi, da quando abbiamo illustrato l’ottava salvaguardia (la nuova legge che consente di mantenere in vigore per determinati soggetti in via eccezionale le vecchie regole sui pensionamenti vigenti fino a dicembre 2011, nda) ci eravamo detti preoccupati per le richieste dell’Europa visto che girava voce che ciò avrebbe tolto risorse alla previdenza. Ora - conclude Pirelli - se servirà trovare risorse si tocchino altre cose della legge di Bilancio, come le enormi risorse destinate alle imprese. Siamo inoltre contrari - conclude Pirelli - all’ipotesi di aumentare l’Iva, che va a colpire comunque gli utenti finali con maggior peso sulle fasce più fragili».n
M. Del.
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