Cronaca / Lecco città
Venerdì 11 Settembre 2015
Lecco. Ipotesi di pensione anticipata
«Niente riforma a costo zero»
Fa discutere la parziale retromarcia del Governo Renzi
Brigatti (Spi-Cgil): «L’annuncio fa i conti con l’indebitamento delle casse»
Con la sua parziale retromarcia sull’annuncio, nei giorni scorsi, della possibilità per i lavoratori di lasciare il lavoro in anticipo rispetto all’età pensionabile «il Governo mostra ciò che già sapevamo, cioè che le riforme a costo zero non si possono fare», afferma il segretario provinciale dello Spi-Cgil Marco Brigatti.
La possibilità di lasciare il lavoro a 62-63 anni, che due settimane fa sembrava dovesse già entrare nella legge di stabilità 2016, si annunciava con una formula mista di uscita anticipata, con assegno pensionistico ridotto, unita alla possibilità di integrare il resto indebitandosi con un prestito previdenziale.
Due gli obiettivi dichiarati: favorire la flessibilità in uscita e mettere in sicurezza le casse statali. Già a fine agosto il ministro del Lavoro aveva esternato dicendo che i lavoratori devono abituarsi a vivere con meno soldi. Era il 28 agosto e pochi giorni dopo, il 2 settembre, aggiungeva che serve nuova flessibilità sulle pensioni, fino all’ipotesi dell’uscita anticipata con penalizzazione sull’assegno pensionistico, purché con “penalizzazioni sostenibili”. Il 4 settembre il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ricorda che la flessibilità in uscita è importante ma “non è detto che l’affronteremo quest’anno”. Fino al presidente del Consiglio Matteo Renzi che tre giorni fa durante un’intervista a “Porta a Porta” riprendeva la questione parlando id una riforma “a costo zero” da fare nelle “prossime settimane o mesi”. Su come finanziarla, nessuna ipotesi concreta.
«La flessibilità in uscita – afferma Brigatti – è per noi un tema centrale e tuttavia sappiamo bene che a costo zero non è possibile. Per ora – aggiunge il sindacalista – la questione non sembra derubricata dagli impegni del Governo, ma se non dovesse esser messa almeno in discussione nei tempi indicati da Renzi come sindacato la solleciteremo».
Una sollecitazione che, stando alle ultime dichiarazioni a dir poco respingenti di Renzi verso il dialogo coi sindacati, non si sa quanto spazio possa trovare nell’attenzione del Governo.
«Certo, il dialogo non è semplice e si è manifestato con difficoltà in pochissime occasioni. Spesso – aggiunge Brigatti – il presidente del Consiglio invita all’ottimismo nell’atteggiamento verso la situazione economica del Paese. Voglio esserlo anch’io, nel non voler credere che lui nel suo modello ritenga che non ci sia più spazio per un confronto democratico con le rappresentanze dei lavoratori. Per il resto, rimane solo quel che ci viene detto dal punto di vista delle intenzioni, insieme a un forte bisogno di capire come, anche dopo le ultime uscite sulla prossima eliminazione della Tasi, come il Governo pensa di tenere insieme i vincoli chiesti dall’Europa, anche al netto di un’eventuale flessibilità che ci possa essere accordata. Purtroppo – conclude Brigatti – le annunciate riforme a costo zero poi devono fare i conti con un indebitamento altissimo e con l’assenza di un piano concreto per far ripartire lo sviluppo in una situazione in cui troppi indicatori contrastanti davvero non riescono a mostrare che sia in atto una vera ripresa».
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