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Lunedì 31 Ottobre 2011
Lecco: un intenso Rigoletto
Lirica da applausi al Cenacolo
Con il Rigoletto di Verdi e un teatro pieno, il Cenacolo Francescano ha aperto la rassegna Lecco Lirica. Un Rigoletto intenso e scorrevole grazie soprattutto al baritono Giulio Boschetti che ha saputo portare in scena il buffone verdiano rendendolo credibile e facendone emergere i mille volti.
Un Rigoletto intenso e scorrevole grazie soprattutto al baritono Giulio Boschetti che ha saputo portare in scena il buffone verdiano rendendolo credibile e facendone emergere i mille volti (perfido e vendicativo, buffone deforme e incattivito, padre amorevole dannosamente iperprotettivo) senza ridurlo, come troppo spesso succede, ad una caricatura. Particolarmente felice in "Sì, vendetta, tremenda vendetta" dove fa esplodere il furore di Rigoletto, e bravo nei drammatici e convulsi momenti finali che precedono la scoperta che nel sacco consegnatogli da Sparafucile non c'è il corpo del duca ma quello di sua figlia.
Il soprano Arianna Ballotta ha invece dato voce all'ingenua e disarmante Gilda, la figlia segreta di Rigoletto, che, insensatamente innamorata del duca di Mantova (anche dopo aver assistito in diretta ad uno dei suoi molteplici tradimenti), sacrifica la propria vita pur di salvarlo dal pugnale di Sparafucile. Una voce esile, forse poco verdiana, ma ben intonata e, proprio perchè leggera, scorrevole nelle agilità.
Il libertino duca di Mantova è stato interpretato dal tenore Enrico Giovagnoli che, seppure non sia riuscito a fornire appieno la dimensione goliardica al duca, ha espresso momenti felici come in apertura del secondo atto con "Ella mi fu rapita!" o nella celeberrima "La donna è mobile".
Bella e puntuale la prova del basso Orazio Mori nei panni di Monterone, un personaggio presente sulla scena solo in due brevi momenti eppure fondamentali per l'intera opera; la maledizione che scaglia contro il duca di Mantova e contro Rigoletto nel primo atto è, infatti, scintilla e motore dell'intera vicenda. Proprio per sottolineare l'importanza di questa maledizione nell'economia dell'opera, il regista Daniele Rubboli l'ha trasformata in un personaggio assegnandone l'interpretazione all'assistente alla regia Corinna De Paoli che, mimo sinuoso, infido e scuro, si è mossa con bravura accompagnando minacciosa il duca e Rigoletto sulla scena. Tra gli altri: il basso Giuseppe Di Paola come Sparafucile e il mezzosoprano Isabel De Paoli che ha interpretato Maddalena (sorella di Sparafucile) e Giovanna, la donna alla quale Rigoletto affida Gilda per tenerla nascosta e proteggerla dalle brutture del mondo.
Sul podio dell'Orchestra Sinfonica di Lecco un Savino Acquaviva che tra i meriti ha quello di essere riuscito a tenere sotto controllo l'orchestra impedendogli di sovrastare, come troppo spesso succede, i solisti e il palco. Bravo nella conduzione dei duetti e, soprattutto, del magnifico quartetto "Un dì, se ben rammentomi" tra il duca, Gilda, Maddalena e Rigoletto.
Bene il Coro Lirico Simon Mayr del maestro Salvo Sgrò e mentre le ballerine del Balletto Arte e Danza Lecco hanno vivacizzato la scena, le scenografie e i fondali realizzati dal Cenacolo hanno fatto, come sempre, la loro bella figura. Prossimo appuntamento con Lecco Lirica: sabato 19 novembre 2011. Di scena la Manon Lescaut di Giacomo Puccini.
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