Cronaca / Lecco città
Venerdì 25 Aprile 2014
Lecco: gli indiani della Jsv
in visita all’Arlenico
Un gruppo di tecnici ha valutato gli impianti Giudizio positivo, le uniche perplessità
sono legate alla localizzazione della fabbrica
L’Arlenico Lucchini, questa settimana, ha avuto visite. Fra martedì e mercoledì gli indiani della Jsv, colosso dell’acciaio con parecchi stabilimenti e 5,8 miliardi di euro di fatturato, hanno verificato le condizioni dello stabilimento lecchese perché vorrebbero acquistarlo, insieme al laminatoio di Piombino e non escludendo neppure la realizzazione di un forno elettrico con tecnologia Corex, conveniente dal punto di vista economico e ambientale, da impiantare in Toscana per sostituire l’altoforno, spento definitivamente due giorni fa.
Gli indiani hanno visitato lo stabilimento mentre in azienda non c’era alcun dipendente - si trovano tutti in contratto di solidarietà da più di un mese e mezzo -, insieme a un gruppo di manager della Lucchini in amministrazione straordinaria, e avrebbero apprezzato lo stato di salute degli impianti, anche se avrebbero sollevato alcune perplessità rispetto alla posizione dell’azienda, incastonata all’interno dalla città. La presenza dei manager indiani della Jsv è un buon segnale, perché indica che la trattativa e il percorso di due diligence (di verifica) si sta approfondendo, in previsione dell’offerta vincolante.
Infatti, attualmente in corsa per Lucchini sarebbero rimaste solo due società indiane, la Jsv del gruppo Jidal e la Jspl, acronimo di Jidal Steel and Power Limited, mentre è sempre meno probabile un interessamento del gruppo ucraino Steelmont. Il gruppo Jsv è quello che economicamente da maggiore affidabilità e avrebbe anche le competenze per riaccendere l’attività dei laminatoi. L’intenzione degli imprenditori indiani è quella di riattivare gli impianti di laminazione nel più breve tempo possibile, affincandola alla creazione di un’area a caldo, anche se quest’ultima opzione non è certa e dipenderà da parecchie variabili. Resta in corsa anche l’offerta della cordata Duferco-Feralpi, che vorrebbero acquisire solo l’impianto di laminazione di Lecco, anche se per il momento il commissario, Piero Nardi, non è interessato allo spezzatino e sta cercando di vedere tutti gli impianti a un solo offerente. Mentre il gruppo tunisino di Smc sembrerebbe aver ritirato la propria proposta, per via delle scarse garanzie che la società avrebbe assicurato all’amministrazione straordinaria.
Comunque, la finestra di due diligence, cioè il periodo di tempo in cui le società interessate possono visionare i conti e i bilanci e visitare gli impianti di Lucchini, si concluderà il 30 aprile, fra pochissimi giorni. Poi si aprirà la fase delle offerte vincolanti, nel corso della quale i pretendenti dovranno presentare una proposta economica di acquisto. Questa seconda fase terminerà il prossimo 30 maggio. Quando anche questo passaggio sarà terminato il commissario dovrà valutarle e, dopo aver richiesto il parere del ministero dello Sviluppo economico, decidere a chi affidare la proprietà e la gestione degli impianti Lucchini.
Se a livello locale i livelli occupazionali non dovrebbero subire particolari tagli, a Piombino la questione potrebbe essere ben diversa. A Lecco i dipendenti sono 90 e alcuni sarebbero prossimi alla pensione - infatti alcuni lavoratori hanno già avviato la pratica con l’Inps per accedere al fondo di garanzia per ottenere i soldi del trattamento di fine rapporto -, mentre a Piombino i dipendenti sono più di 2 mila e la metà di questi era impegnata all’altoforno. Difficile ipotizzare una soluzione alternativa al licenziamento di almeno metà della forza lavoro, che creerebbe ovvi problemi per il tessuto sociale locale, dal momento che Lucchini è una delle imprese più importanti di Piombino.
Per tutti i dipendenti del gruppo Lucchini, sarà quindi necessario aspettare almeno un mese prima di avere un’idea chiara di come potrebbe risolversi la vicenda.
E in questo lasso di tempo gli impianti resteranno fermi, in attesa di capire chi sarà il nuovo proprietario della società siderurgica che.
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