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Giovedì 16 Maggio 2013
Lecco: impianti spenti
Cassa all'Arlenico
Potrebbe scattare un provvedimento di cassa integrazione straordinaria per i cento dipendenti dell'Arlenico Lucchini di Lecco che dall'inizio del mese non stanno più lavorando.
I sindacati hanno incontrato il responsabile del personale del gruppo Lucchini di Piombino, Riccardo Grilli, il quale ha confermato che per tutto il mese di maggio non ci sarà alcun rifornimento di materia prima utile per la realizzazione della vergella. Questo perché l'altoforno di Piombino, che sta lavorando a pieno regime per 21 turni la settimana, è concentrato sulla realizzazione di materiale destinato alla realizzazione di rotaie e laminati per l'armamento ferroviario, il ramo aziendale che sta portando più soldi alle casse del gruppo livornese. Quindi non c'è spazio per produrre le billette da inviare allo stabilimento Lecco, che così viene messo in secondo piano.
Il timore è che i laminatoi perdano appeal rispetto ad altre attività industriali. Comunque sia, per il mese di maggio le linee di produzione dello stabilimento lecchese resteranno spente e per un certo periodo i dipendenti potranno sfruttare il contratto di solidarietà (che copre il 60% delle ore non lavorate), ma poi sarà necessario avviare un nuovo ammortizzatore sociale per coprire gli altri giorni: «A fine mese faremo un calcolo delle ore complessive non lavorate - spiega Castelli - e se effettivamente ci sarà un buco da colmare, allora sarà sfruttata qualche settimana di cassa integrazione, così come era successo nel periodo di inattività tra novembre e marzo. La speranza è che comunque a fine mese il laminatoio venga riacceso per la manutenzione e che quindi non sia necessario ricorrere alla cassa integrazione».
Grilli ha assicurato che il laminatoio riprenderà a lavorare a pieno regime il 3 giugno e per le successive due settimane.
Si è anche parlato del piano industriale che il commissario Piero Nardi presenterà fra qualche giorno al ministero: «C'è mota incertezza a tal proposito e non ci sono molte informazioni al riguardo. È possibile che Nardi presenti la documentazione già a fine mese. Anche lo staff dell'azienda sembra non essere stato informato sulle mosse del commissario, anche se su questo progetto c'è moltissima attesa da parte di tutti». Due le strade che potrebbero profilarsi, da un lato la trasformazione dell'alto forno in acciaieria elettrica, oppure un piano di ristrutturazione dell'attuale sistema a ciclo continuo che potrebbe essere a carico dello Stato.
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