Cronaca / Lecco città
Lunedì 03 Ottobre 2016
«Lecco ha tante risorse
Deve ritrovare un’anima»
Un intervento dell’arcivescovo Angelo Scola dedicato alla nostra città
Ho cominciato a frequentare Lecco negli anni della giovinezza, sperimentando, innanzitutto, la possibilità di allargamento delle relazioni. Figlio di un camionista e di una casalinga, ho avuto la grande fortuna di poter frequentare le scuole medie, trovandomi accanto compagni prevalentemente provenienti dalla media borghesia. Col passare degli anni, verso la fine del liceo, sono stato preso dalla visione della giustizia sociale di mio padre, ispirata a un socialismo massimalista.
In quel momento ho incontrato alcuni amici che mi hanno mostrato il nesso tra Cristo e la vita quotidiana ed è scattata in me una presa di coscienza più compiuta della realtà che vivevo. Con un gruppo di loro avevamo avviato un inserto mensile, “Presenza”, dentro il settimanale “Il Resegone” in cui ci misuravamo con le tematiche più attuali del contesto urbano: ricordo, ad esempio la questione del terzo ponte, sostenuta poi da un’altra rivista, curata da Benini, espressione di un mondo che non era cattolico, ma che aveva una disponibilità all’incontro molto aperta.
Soprattutto l’esperienza nella Gioventù Studentesca di don Giussani è stata occasione per una conoscenza diretta della città. In quegli anni volevamo fondare un centro culturale un po’ diverso dal solito, che non facesse solo conferenze: per questo l’avevamo chiamato “Unità di transizione”, immaginando un luogo in cui si studiassero i fenomeni del cambiamento, ma non soltanto dal punto di vista teorico.
Conservo della Lecco di quel periodo l’’immagine di una città culturalmente vivace: concerti musicali, attività culturali e scuole prestigiose: soprattutto i licei, Classico e Scientifico, ma anche l’Istituto Badoni.
Lecco è stata anche un luogo di elaborazione politica di grande interesse: non bisogna dimenticare, negli anni Cinquanta, la figura di Ugo Bartesaghi, espulso dalla DC perché era contrario alla CECA (Comunità economica del carbone e dell’acciaio, antesignana della Cee e poi dell’Unione Europea). Con lui debbo citare le espressioni del cattolicesimo politico e i sindacalisti che Lecco ha avuto e la modalità con cui Lecco ha impostato il problema dei diritti del lavoro nelle grandi aziende come SAE, Badoni, Fornimpianti, Caleotto, ecc. Questa trasformazione ha sempre visto anche il mondo ecclesiale molto presente: alcuni prevosti - tra i quali monsignor Giovanni Borsieri - sono stati un punto di riferimento per tutti.
Oggi Lecco è una città di provincia, molto sana e con un senso del lavoro tipicamente lombardo, con grande possibilità di iniziativa, anche se forse un po’ poco generosa nelle sue espressioni di maggior ricchezza economica. Il dato attuale è che a Lecco non ci sono personalità che hanno la tentazione di mettersi in vista, ma molte persone che servono. E questo è una costante nel tempo: degli anni della mia giovinezza conservo il ricordo bello di mio fratello Pietro e di molti suoi amici e colleghi, che hanno dato tutto il tempo libero per il Comune e per il bene comune, gratuitamente. La politica italiana si è certamente compromessa quando è finito l’impegno gratuito. Da questo punto di vista, Lecco è una città che dà ancora molto. È arrivata anche qui, a suo tempo, la stagione delle differenze ideologiche, delle dialettiche presenti in tutto il Paese, ma l’amicizia nata sui banchi di scuola piuttosto che in parrocchia o nei vari circoli della città, alla fine ha sempre consentito una possibilità di dialogo che ha evitato estremismi violenti.
Ebbene: il recupero dell’anima della città, la capacità di individuare cosa per Lecco è “vita buona” passa inesorabilmente per il metodo del dialogo. Mentre dialoga, ognuno senza rinunciare alla sua identità dinamica tiene conto di una società che è plurale e del fatto che siamo comunque chiamati a vivere insieme sebbene abbiamo visioni diverse. Perciò, riunirsi e mettere a tema la Lecco del presente e del futuro – come si farà la sera del 6 ottobre – a me sembra una scelta molto avveduta.
arcivescovo di Milano
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