Lecco, in ginocchio

per urlare no al razzismo

Duecento ragazzi in piazza Garibaldi per un flash mob. Distanziati e molto civili.

Solidali

Duecento ragazzi

si sono trovati

in piazza Garibaldi

per un flash mob

Duecento ragazzi inginocchiati e con il pugno alzato per dire no al razzismo e per unirsi alle proteste dopo la morte di George Floyd, l’uomo ucciso lo scorso 25 maggio dalla polizia di Minneapolis. “Black lives matter”, anche le vite delle persone di colore hanno valore, hanno scandito gli studenti lecchesi che si sono ritrovati ieri pomeriggio in piazza Garibaldi per dare vita a un vero e proprio flash mob. «Come Unione degli Studenti di Lecco – spiega Aurora Bernardi– abbiamo deciso di aderire a questa iniziativa che si è svolta a livello nazionale. Con questo momento abbiamo voluto dare sostegno alle proteste in corso negli Stati Uniti. Inoltre vogliamo lanciare un messaggio forte contro il razzismo, che esiste anche nel nostro Paese. La protesta è anche contro gli attacchi che Donald Trump sta rivolgendo agli antifascisti, chiedendo che vengano considerati un’organizzazione terroristica».

Alle 16, gli studenti, tutti con una fascia bianca al braccio con la scritta “Black lives matter”, si sono posizionati in piazza Garibaldi, mantenendo il distanziamento richiesto dalle normative anticovid, e hanno dato vita al flash mob. Prima hanno scandito gli slogan “No Justice, no peace” (no giustizia, no pace) e “Black lives matter”, poi hanno osservato un minuto di silenzio in memoria di George Floyd, inginocchiati e con il pugno alzato. Infine si sono alternati al megafono per portare la propria testimonianza e per sottolineare come anche nel nostro paese e nella nostra città purtroppo esistano ancora forme di razzismo. C’è chi ha ricordato gli insulti ricevuti qualche mese fa da un giovane di colore su un pullman di linea e chi ha ricordato di aver visto tanti bambini tornare a casa dall’asilo in lacrime perché gli era stato detto che erano diversi, solo perché avevano la pelle nera. S. Sca.

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