Cronaca / Lecco città
Sabato 14 Marzo 2015
Lecco. Fisco nei bar e ristoranti
Interviene Confcommercio
Ondata di accertamenti dell’Agenzia delle entrate a locali e bar di Lecco e Confcommercio corre ai ripari
Ondata di accertamenti da parte dell’Agenzia delle entrate a locali e bar di Lecco nelle scorse settimane e Confcommercio corre ai ripari.
Secondo il fisco i ricavi denunciati non sarebbero veritieri e di conseguenza scatta il salasso su tasse e imposte. «Non è la prima volta che affrontiamo questo genere di situazione – conferma il direttore di Confcommercio Alberto Riva -. Già un paio di anni fa c’era stata una serie di accertamenti da parte dell’Agenzia delle entrate e contiamo anche in questo caso di adottare lo stesso comportamento». Le segnalazioni stanno arrivando in questi giorni agli uffici amministrativi di Palazzo Falk ed è quindi difficile stabilire oggi il numero degli esercizi commerciali coinvolti.
«Due anni fa avevamo seguito circa 25 imprese in questo percorso di contestazione degli accertamenti - sottolinea Riva -. In qualche caso eravamo arrivati fino in fondo, con il totale annullamento dell’accertamento fiscale, mentre buona parte degli imprenditori aveva optato per un accertamento per adesione, termine tecnico con cui viene indicata la soluzione consensuale con una cifra ridotta». L’obiettivo dell’associazione dei commercianti rimane quello di fare da collettore con l’Agenzia dell’entrate, mettendo a disposizione di associati e non l’assistenza professionale necessaria per far fronte a questo tipo di situazione. Questa non è l’unica categoria che in questi anni ha dovuto fare i conti con questo genere di accertamento fiscale.
Solo pochi mesi fa Confartigianato aveva attivato un percorso simile con parrucchieri e centri estetici che in molti casi si è risolto positivamente. Il meccanismo che fa scattare questi accertamenti è sempre lo stesso: induttivamente l’Agenzia delle entrate ricostruisce i presunti fatturati non dichiarati sulla base di alcuni parametri riassunti nelle ormai famigerate tabelle. Nel caso di estetisti e parrucchieri questi parametri tengono conto della ore di lavoro e della presunta resa oraria, mentre per bar e locali il fisco si basa su aspetti più pratici come il numero di bicchieri per ogni bottiglia, la quantità di alcolici necessaria per fare un determinato tipo di cocktail e arrivando persino a stabilire il numero di fettine di salame per persona da servire all’aperitivo. Criteri completamente sballati denunciano i Commercianti, che partiranno proprio da questo tipo di contestazione. L’auspicio per il futuro è quello di riuscire a migliorare il rapporto di collaborazione con l’Agenzia delle entrate al fine di evitare accertamenti induttivi errati, spesso fuori misura, che creano contenziosi inutili e costosi per le imprese e per la pubblica amministrazione.
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