Homepage / Lecco città
Lunedì 10 Dicembre 2012
Lecco: la Fim studia
il modello tedesco
Settimana scorsa, una delegazione di cinquanta sindacalisti e rappresentanti sindacali della Fim Cisl di Lecco ha incontrato Enzo Savarino, segretario generale della Ig Metall del Baden-Wurttemberg, regione del lago di Costanza.
Settimana scorsa una delegazione di cinquanta sindacalisti e rappresentanti sindacali della Fim Cisl di Lecco ha incontrato Enzo Savarino, segretario generale della Ig Metall del Baden-Wurttemberg, regione del lago di Costanza che si trova vicinissima alla Svizzera e che vanta una massiccia presenza di imprese metalmeccaniche che danno lavoro a circa otto mila persone.
Molte le particolarità del sindacato tedesco che a livello aziendale si basa sulla presenza di una commissione interna che agisce attraverso un principio di codecisione, insieme alla proprietà, sancito per legge. Ogni norma e ogni cambiamento, ogni investimento, assunzione o licenziamento deve essere presa con il consenso della commissione interna. Al punto che i lavoratori siedono nei consigli di amministrazione dell'azienda con potere decisionale.
«Si tratta di un sistema organizzato e invidiabile - racconta Enrico Civillini, segretario della Fim Cisl - ma che è di difficile applicazione nelle nostre aziende perché loro hanno dimensioni aziendali molto superiori alle nostre. Tuttavia il sistema della commissione interna, della sorveglianza e di regole scritte che garantiscono la codecisione sono metodi che favoriscono la dialettica anziché il conflitto nelle imprese. Una maggior partecipazione dei lavoratori nelle strategie aziendali potrebbe favorire un maggior senso di responsabilità nei confronti delle imprese».
Per quanto riguarda lo sciopero, l'ultimo effettuato risale al 2002 per il rinnovo del contratto, mentre non è prevista la possibilità di scioperare nelle singole aziende. Inoltre le ore di sciopero vengono retribuite ai lavoratori dalle casse della Ig Metall.
«Tutto quello che concerne all'azienda viene al contrario discusso nelle fabbriche e in caso di controversia ci si rivolge a un arbitrato che viene profumatamente pagato dall'azienda».
© RIPRODUZIONE RISERVATA