Cronaca / Lecco città
Lunedì 10 Ottobre 2016
Lecco: è in calo
l’export della meccanica
Nel secondo trimestre si è verificato un calo delle vendite all’estero del 5% rispetto ad un anno fa
Nel secondo trimestre di quest’anno, l’export della produzione metalmeccanica lecchese ha subito una frenata collocando Lecco negli 11 distretti tradizionali (su 23) che hanno segnato risultati negativi di vendite all’estero.
Il settore, secondo il nuovo report del Monitor dei distretti della Lombardia di Intesa Sanpaolo, sconta una contrazione delle vendite di meccanica, prodotti in metallo, viterie, bullonerie, posate e pentolame non del tutto compensato dalla crescita dell’export di carpenteria metallica, tubi, profilati e cavi in acciaio.
Il calo dell’export lecchese nel secondo trimestre è intorno al 5%, dopo un primo trimestre anch’esso con segno negativo pari al 2,1%. In valori assoluti, nell’intero anno 2015 la metalmeccanica lecchese ha venduto nel mondo merci per 2,33 miliardi di euro, mentre quest’anno il valore dell’export sul primo semestre è stato pari a 1,14 miliardi di euro, di cui 590 milioni nel secondo trimestre.
Nonostante ciò comunque il distretto metalmeccanico lecchese mantiene il segno positivo, con una crescita dell’1,2%, nel recupero realizzato dal primo semestre del 2008 allo stesso periodo di quest’anno.
Nella classifica lombarda a fare peggio di Lecco nel secondo trimestre dell’anno sono state le esportazioni di meccanica strumentale del Bresciano (-7,2% nel trimestre aprile-giugno 2016 e -7,4% nel complesso dei primi sei mesi), di carni e salumi di Cremona e Mantova (-10,2% nel secondo trimestre e -5,5% nei primi sei mesi dell’anno) e, in ultimo, del lattiero caseario della Lombardia, che perde l’11,2% nel secondo trimestre e il 6,7% sul semestre.
«È ancora una situazione a luci e ombre – spiega il rapporto di Intesa SanPaolo – quella che emerge dal confronto tra la performance di export 2016, nel complesso del primo semestre, e quelle registrate nella fase pre-crisi del primo semestre 2008. Il gap medio dell’aggregato ammonta all’1,8%, con 12 distretti ancora al di sotto del livello pre-crisi».
Per contro ci sono distretti che presentano un vantaggio a due cifre sulle performance del 2008, ed è il caso della meccanica strumentale di Bergamo, degli articoli in gomma e plastica di Varese, del lattiero caseario lombardo, della gomma del Sebino bergamasco e di carni e salumi di Cremona e Mantova.
E non mancano i distretti (12) che nel secondo trimestre dell’anno hanno invece segnato una chiara crescita, a iniziare, per restare nelle zone più contigue al Lecchese, dall’export di mobilio della Brianza (+4,6% da aprile a giugno e +4% nel primo semestre), con una spinta al rialzo arrivata dai mercati maturi di Francia, Germania, Regno Unito, ma anche dai nuovi mercati della Federazione Russa, della Cina, degli Emirati Arabi Uniti, anche se a fronte del calo di vendite in due mercati primari come Usa e Svizzera. Bene, anche se più di misura, per il seta tessile di Como che si lascia alle spalle un secondo trimestre di esportazioni senza calo né crescita ma che sul semestre mette a segno un aumento di vendite del 2,5%.
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