Lecco, distrutta dai vandali la madonnina di terracotta a Olate

Nella notte tra venerdì e sabato ignoti hanno distrutto, pare proprio intenzionalmente, la madonnina di terracotta (una madonna con bambino) posta in via allo Zucco 2, la via che porta al “palazzotto di don Rodrigo”, villa Guzzi, a Olate. Posta in un’edicola sui muri di una villa privata, la Madonnina fino a mezzanotte e mezzo dell’altra notte era al suo posto, visto che era stata notata integra da alcuni residenti rientrati proprio a quell’ora. Cosa sia successo dopo, è difficile da dire. Ma pare proprio non si sia trattato di un incidente, o di una manovra errata, perché della Madonnina è rimasta praticamente solo parte della testa e anche le candele votive e tutto quanto era posto sul davanzalino dell’edicola, è stato buttato a terra come da mano sacrilega. E dire che quella Madonna di terracotta era segno votivo importante risalente ai primi del 1900. La lapide posta a imperitura memoria, e per fortuna non toccata, recita: “Qui dove mani scellerate la notte del 16 gennaio 1921 al fango al lezzo della strada gettarono le sante specie eucaristiche empiamente rapite dall’altare vicino il popolo di Olate volle ricordare il delitto nefando manifestare la sua fede la sua pietà”. E poi, sotto, la frase latina tratta dal salmo invocatorio 94,6 molto in voga in quei tempi e tratto dal salterio che fu base anche di brani famosi e della litania gregoriana: “Venite, adoremus, et procidamus ante Deum, et ploremus coram Domino qui fecit nos”. “Venite, adoriamo e prostriamoci davanti a Dio, e piangiamo davanti al Signore che ci ha creati”. Destino di quel luogo, insomma, dove vennero gettate le ostie rubate dall’altare della chiesa di Olate, all’inizio dello scorso secolo, paiono essere le “mani scellerate” che hanno letteralmente distrutto l’immagine in terracotta della Beata Vergine con il Bambino. Un atto sacrilego e soprattutto stupido che è irrimediabile. I pezzi in cui il “bassorilievo” è stato ridotto non consente alcun tipo di recupero. Sembra proprio preso a colpi di pietra o di qualsiasi altro oggetto contundente con furia devastatrice. E insensata. Bravata o preciso atto sacrilego? Non si può davvero sapere, a meno che non salti fuori qualche testimone oculare.

“Ce ne siamo accorti solo stamattina – afferma Isabella Bonaiti titolare del muro di cinta dove è posto la cappelletta – Non sono sicura che la Madonna sia coeva della lapide, ma tant’è. La signora che abita di fronte si è solo accorta che c’era ancora alle 24,30. Ma poi non ha sentito nulla, di notte. Non so cosa abbiano usato per distruggerla in quel modo anche perché se fossero andati addosso incidentalmente avrebbero colpito anche la lapide. Ad accorgersi per prima della distruzione è stata la badante che segue mio padre”. Ancora incredula Bonaiti conclude: “Si sono portati via anche i pezzi grossi di terracotta, perché in terra c’erano solo piccoli frammenti. A meno che non volessero portarla via e gli si è rotta tra le mani... Un po’ di tempo fa avevano provato ad appiccare un fuoco sotto la Madonna, era l’estate del 2023…Ma due secchi d’acqua ed è finita lì. Anche allora non si era assolutamente capito chi potesse voler male a questa cappelletta”.

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