Cronaca / Lecco città
Sabato 16 Dicembre 2017
Lecco. Disoccupazione al 5,5%
Ma le assunzioni stabili calano
Seimila nuove assunzioni previste tra dicembre e febbraio, edilizia ancora in difficoltà
Seimila nuove assunzioni tra dicembre e febbraio e una disoccupazione attorno al 5,5%: il mercato del lavoro in Provincia di Lecco sta ricominciando a “girare”.
L’uscita dalla crisi sembra un po’ più vicina, considerato quanto emerso analizzando i dati dell’Osservatorio provinciale del mercato del lavoro. Il Lecchese, dunque, pare proprio “entrato nella scia” della ripresa, anche se qualche comparto fatica ancora a superare la china.
È il caso dell’edilizia, che ha perso un numero consistente sia di imprese (scese dalle 678 del quarto trimestre 2014 alle 634 del terzo trimestre 2017) che di addetti (da 3.030 a 2.561 nello stesso periodo), con una pesante contrazione anche in termini di ore lavorate (da 1.025.000 a 852.900).
La conseguenza si legge anche nelle dichiarazioni di immediata disponibilità al lavoro, passata da 10.461 unità nel 2009 a 13.539 nel 2016.
Ciò nonostante, «la situazione del mercato del lavoro è positiva anche nel Lecchese, dove tutti gli indicatori segnano dati favorevoli – ha commentato Gianni Menicatti, del Gruppo Clas -. Tra questi la cassa integrazione, che è tornata ai livelli pre crisi. Preoccupa invece l’edilizia, che continua a perdere. Diminuisce in modo consistente anche la propensione ad assumere stabilmente (20% a Lecco). In questo senso, dovremo abituarci a una flessibilità sempre più elevata: non si parlerà più di “posto”, ma di “percorso” di lavoro. Ci sono però previsioni di una ulteriore discesa della disoccupazione complessiva su Lecco, che si attesterà attorno al 5-5,5%».
Daniele Rusconi, responsabile dell’Ufficio statistica della Camera di commercio, ha invece fatto il punto sull’Indagine Excelsior, che rileva mensilmente l’orientamento delle aziende ad assumere nell’arco del trimestre. «Tra dicembre e febbraio sono previste 6.000 nuove assunzioni, 1.120 delle quali nel solo mese di dicembre. E si parla di dati coerenti con quanto poi si verifica effettivamente. Nella gran parte dei casi, attorno al 70%, si tratta di contratti non stabili che risentono anche della stagionalità: un quarto delle assunzioni (1.600 su 6.000, ndr.) sarà infatti nel commercio e nella ricettività».
Il presidente del Network Occupazione, Mauro Gattinoni, ha evidenziato che «la diminuzione del ricorso al tempo indeterminato dipende dalla fine degli incentivi. E considerando che il lavoro è il fattore produttivo più tassato in Italia va da sé che una politica fiscale più attenta gioverebbe parecchio».
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