Cronaca / Lecco città
Lunedì 10 Settembre 2018
Lecco. Depositati i ricorsi
contro l’ordine di demolizione
Villette di Malnago, già presentato un primo documento, ne seguirà un altro collettivo dei proprietari degli edifici
Uno già depositato, un altro collettivo quasi approntato. Per le villette di Malnago si è aperta la stagione dei ricorsi, di fatto la seconda fase di una vicenda amministrativa che rischia di rivelarsi intricata e divisiva.
Non è un caso che il Comune di Lecco abbia scelto la via di una consulenza legale esterna e ad hoc: è molto alto il rischio che tra qualche settimana ci si trovi di fronte a valutazioni particolarmente complesse. In effetti, l’eventuale corso giudiziario della vicenda (e quindi l’accertamento delle responsabilità oggettive di chi ha causato le difformità tra progetti, accatastamenti e fabbricati) non avrà alcun rilievo sulla vicenda amministrativa.
In soldoni, il Comune di Lecco pretenderà quanto in suo diritto, cioè la demolizione delle parti non correttamente accatastate delle 13 villette: qualcosa come 4600 metri quadri su 8300 esistenti. Lo pretenderà dai proprietari, indipendentemente da chi verrà poi identificato dalla giustizia come responsabile delle difformità edilizie. Una bella grana per le cinque famiglie coinvolte (altre otto villette sono ancora invendute), che erano tenute a presentare entro novanta giorni dall’ordinanza un progetto di ritorno nelle cubature corrette.
Compongono, infatti, la lista di irregolarità certificata dalla Procura e dagli uffici comunali, “i sottotetti e i piani interrati utilizzati per funzioni abitative (camera da letto, soggiorno, cucina, etc.) anziché essere vani accessori come da progetto; la realizzazione di piani seminterrati completamente fuori terra e l’altezza dei fabbricati superiore a un metro rispetto a quelli in progetto”. Tolta dal computo temporale parte del mese di agosto, siamo ormai al giro di boa della clessidra. Ecco perché, tramite ricorsi, i residenti cercano almeno di frenare il countdown. Qualora le richieste di sospensiva dell’ordinanza, insite nei ricorsi formulati o da formulare, venissero accolte, i residenti avrebbero un po’ più di tempo a disposizione per completare i progetti e vagliare ogni strada percorribile. La difficoltà maggiore è sempre la stessa: il Comune vuole chiudere la partita nel suo complesso. Significa che l’ordinanza verrebbe considerata adempiuta solo e soltanto se tutte le villette torneranno in regola.
In caso contrario, potrebbe esserci una sanzione pecuniaria ma anche, caso peggiore, il diritto di Palazzo Bovara di entrare in possesso del comparto edilizio sotto accusa. Il Comune, dal canto suo, ha comunque ritenuto di costuirsi in giudizio avverso il ricorso già presentato. “Le motivazioni addotte appaiono palesemente infondate”, è il commento, nero su bianco, riportato in delibera nei giorni scorsi.
Come detto, nulla di semplice, oggi e nelle prossime settimane.
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