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Mercoledì 19 Ottobre 2011
Lecco: denaro più caro
C'è una stretta sul credito
«Le banche hanno inviato lettere alle cooperative di garanzia dicendo che, in modo unilaterale, le condizioni di finanziamento vengono modificate in peggio», dice Antonio Peccati, presidente del Fondo di garanzia di Confcommercio Lecco, secondo cui «è in atto una contrazione assoluta del credito».
«Le banche hanno inviato lettere alle cooperative di garanzia dicendo che, in modo unilaterale, le condizioni di finanziamento vengono modificate in peggio», dice Antonio Peccati, presidente del Fondo di garanzia di Confcommercio Lecco, secondo cui «è in atto una contrazione assoluta del credito. Noi deliberiamo sempre lo stesso numero di pratiche, ma le banche ne autorizzano sempre di meno, nonostante il nostro tasso di insolvenza sia bassissimo, l'1,4%, perchè conosciamo bene le persone che andiamo a finanziare».
Il credit crunch c'è, anche se silenzioso, va avanti da settimane e passa attraverso varie strade: dal rialzo dei tassi d'interesse alla revoca dei fidi, a una selettività esasperata nella concessione di nuovo credito. Ora che anche le banche sono in crisi e in vista dei loro bilanci di fine anno danno segni di nervosismo, per artigiani e commercianti sembrano restare aperte solo le porte delle loro associazioni.
Che, nel caso di Confcommercio e di Confartigianato, attraverso i rispettivi consorzi fidi a Lecco mantengono ancora totale autonomia di decisione sulle pratiche da inviare alle banche per ottenere finanziamenti a tassi agevolati, dietro garanzia che va dal 20 al 50%, per le proprie imprese.
Peccati assicura che «anche quando l'anno prossimo, aderendo ad Ascomfidi, saremo nel 107, su molte pratiche continueremo a decidere a Lecco». E nella decisione, continuerà a guardare in faccia più l'imprenditore che il suo bilancio, così come fa da quarant'anni anche Mario Ballabio, responsabile del credito per Confartigianato.
«Nel 2009 - spiega Ballabio - l'anno della peggior crisi, abbiamo deliberato richieste di finanziamento per 26,5 milioni di euro, scesi a 21,6 nel 2010. Ora, con dato aggiornato a giugno, siamo a quota 9,3». E aggiunge che «tolta la parentesi del 2009, rispetto al 2008 quando abbiamo fatto circa 17 milioni, nel 2010 le erogazioni sono aumentate, e quel che più conta è che nonostante la crisi sono cresciuti i finanziamenti per investimenti (da 6,7 milioni nel 2009 a 7,6 nel 2010 ai 3,13 dei primi sei mesi del 2011), mentre sono in calo quelli per liquidità».
Fra le categorie, nel 2010 l'impennata di richieste è arrivata da edilizia, lavanderie, parrucchieri ed estetiste, grafici e fotografi; oggi tutte più o meno stabili tranne una, quella degli edili che è passata dai 4,2 milioni del 2010 ai 783.000 euro di metà 2011. Quasi nulle le insolvenze, sotto lo 0,2%, mentre «abbiamo - dice Ballabio - molte imprese che hanno già fatto anche dieci finanziamenti». Erogazioni in netta crescita per il Fondo di garanzia di Confcommercio, che è passata dai 28,13 milioni del 2009 agli oltre 30 milioni del 2010. Il dato di quest'anno, 28,69 milioni di euro, contiene un particolare non indifferente: riguarda il volume deliberato dal Fondo, mentre l'erogato dalle banche è stato, con un notevole gap, pari a 17 milioni di euro.
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