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Martedì 05 Giugno 2012
Lecco: la crisi
va dal dentista
A Lecco la crisi, riducendo le finanze delle famiglie, finisce per modificarne gli stili di vita. Così, dietro al lungo elenco di studi odontoiatrici che chiedono l'avvio della cassa integrazione in deroga per i propri assistenti alla poltrona, ci sono famiglie che rinunciano al dentista.
I dati della cassa integrazione in deroga parlano di 333 imprese che a maggio hanno richiesto di utilizzare l'ammortizzatore sociale, di queste poco meno della metà sono imprese che in passato non avevano mai fatto uso dell'ammortizzatore sociale (128 domande). A questi si aggiungono poco meno di 200 aziende che, dopo aver richiesto la cassa integrazione in deroga nel 2011, necessitano di un ulteriore sostegno e hanno avviato nuove richieste di cigs in deroga. Complessivamente nelle micro e piccole imprese del territorio il ricorso alla cassa integrazione in deroga è cresciuto del 65% rispetto allo stesso periodo del 2011.
Tutto questo si riflette in rinunce dei consumatori. Anche se poi i lecchesi cercano una scappatoia. Perché, ad esempio si rinuncia al dentista italiano, per fissare un appuntamento con il collega di Capodistria, in Slovenia, o di Rijeka, in Croazia: stesso servizio, metà prezzo.
Tutt'altra storia quella dei panettieri, che soffrono perché molti lecchesi hanno incominciato a comprare il pane al supermercato, che ha preso a produrselo da sé, perché altri ex clienti hanno cominciato a sfornarselo in casa, acquistando il kit del panettiere fai da te.
In viale Turati uno di loro offre il pane a metà prezzo già a mezzogiorno. Persino le macellerie accusano un calo di vendite del trenta per cento, soprattutto dei tagli pregiati e peggio va per la frutta e la verdura. Addirittura nei centri commerciali e nei supermercati da qualche settimana sono spuntate delle commesse che pesano la frutta, mentre prima erano i clienti ad applicare lo scontrino. Come mai? Semplice, la gente pigliava le pesche e batteva invece il codice delle più economiche banane. Ma l'autoriduzione dei prezzi è stata stoppata.
«Non stanno meglio gli studi professionali - aggiunge Giorgio Carnicella, segretario della Cgil - sia quelli di ingegneria, sia quelli di architettura segnano un forte contraccolpo della crisi e mettono parte del personale in cassa integrazione», così come fanno molti piccoli e piccolissimi artigiani del territorio, rendendo la vita difficile ai clienti che ormai non sanno più a chi affidare la realizzazione di particolari di manifattura meccanica e tessile.
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