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Martedì 27 Settembre 2011
Lecco: con la crisi
tagli alla formazione
Rispetto all'anno scorso, nel Lecchese c'è stata una flessione del -3,4% nei percorsi formativi. Il calo lecchese si contrappone ad una media regionale in aumento del +6% e della presenza di realtà vicine, come Como, dove la crescita è stata del 9,1%. Ma non mancano il +14,3% di Lodi, il +13,5% diMantova e l'11,5% di Monza.
Rispetto all'anno scorso la flessione è lieve, del -3,4%, ma è a fronte di una media regionale del +6% e della presenza di realtà vicine, come Como, dove la crescita è stata del 9,1%. Ma non mancano il +14,3% di Lodi, il +13,5% diMantova e l'11,5% di Monza.
Fra il primo trimestre 2010 e lo stesso periodo del 2011 a Lecco, secondo dati dell'ufficio studi della Camera di Commercio di Milano, ha chiuso una sola azienda del settore, mentre le attuali 28 attività erogano soprattutto corsi di aggiornamento professionale (21), di lingue e altro (7).
Anche se l'impressione è che a Lecco la formazione non manchi, dato l'alto numero di corsi svolti dai Cfp e dalle associazioni d'impresa, gli operatori privati del settore confermano che a tenere è soprattutto la formazione finanziata, cioè quella gratuita per i dipendenti delle aziende. Forse è un effetto della crisi che spinge le imprese a tagliare tutti i costi che non hanno un effetto diretto e immediato sul fatturato.
Il discorso cambia quando per sottoporre a formazione sé stessi e i dipendenti si decide di guardare al mercato, una strada che a Lecco gli imprenditori sembrano scegliere un po' meno, dato che operatori privati del settore si aspettano prossime nuove chiusure di attività, fatto legato alla crisi ma anche a una selezione derivante dalle restrizioni sui fondi pubblici.
E proprio la crisi segna nuove abitudini degli imprenditori che vogliono investire nell'aggiornamento professionale. Sembrano infatti finiti i tempi in cui si chiedevano i mega corsi da 120 ore, ora si chiedono moduli contenuti, mirati a questioni specifiche, subito traducibili in un'utilità per l'impresa.
Si chiedono corsi di qualità ma non costosi, e si accendono i riflettori anche sulle competenze e sugli skill dei formatori.
E sembrano anche finiti i tempi in cui la minor propensione veniva attribuita alle piccole imprese, spesso artigiane, restìe a distogliere i lavoratori dall'azienda per mandarli in aula, con qualche sospetto che in realtà andassero a perder tempo. Secondo i dati di Confartigianato oggi sono proprio loro i più attenti al rapporto qualità-prezzo e i più disponibili anche a metter mano al portafogli pur di essere attrezzati a rispondere alle nuove richieste dei mercati. L'associazione, fra il primo semestre 2010 e lo stesso periodo del 2011 non solo non registra nessuna flessione ma sembra sulla strada giusta per raggiungere e superare i dati dell'anno scorso. In tutto l'anno scorso ha svolto 102 corsi e ora, nel primo semestre di quest'anno ne ha registrati 60, mentre il numero di ore complessivo è già stato superato, dal momento che i corsi hanno avuto durata mediamente più lunga. E in associazione non hanno dubbi sul fatto che anche il numero di partecipanti sarà raggiunto e incrementato. Numerose proposte formative
anche dalle altre associazioni d'impresa: Confindustria Lecco, Api Lecco, Confcommercio Lecco, Ance Lecco.
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