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Giovedì 21 Febbraio 2013
Lecco: la crisi
della meccanica
Nel settore industriale metalmeccanico ci sono 189 imprese in crisi e le maestranze coinvolte sono 5.500, su un totale di 6.312 lavoratori alle dipendenze delle imprese in difficoltà.
A dirlo è la Fim-Cisl, il sindacato dei metalmeccanici, che fotografano la situazione delle imprese lecchesi e lombarde.
Lecco risulta essere fra i territori maggiormente colpiti, dal momento che la nostra piccola provincia assorbe l'8,6% delle procedure di cassa integrazione e delle sospensioni professionali, superando di molto il ricorso agli ammortizzatori segnato in aree ben più vaste, Varese ad esempio. Lecco risulta essere al quinto posto in Lombardia per intensità della crisi, e peggio di lei stanno facendo Brescia, Milano, Bergamo e il monzese.
I dati della Fim mostrano la preponderanza dell'intervento di cassa integrazione ordinaria, che tocca 4.618 dei lavoratori coinvolti nella crisi.
«Il ricorso alla cassa integrazione ordinaria cresce del 10% nel semestre - racconta Enrico Civillini della FIm-Cisl - e del 38% rispetto ai dodici mesi precedenti. Ormai ha assunto sempre meno il connotato di intervento congiunturale, e viceversa sempre più anticipa gli interventi di carattere strutturale. I dati sono molti elevati, soprattutto se raffrontati con i periodi precedenti».
Accanto alla cassa ordinaria c'è la presenza preoccupante della cassa integrazione straordinaria (789 lavoratori coinvolti) e della mobilità che tocca 93 maestranze.
Entrambi i numeri superano la soglia di allarme che caratterizza le tipiche ristrutturazioni aziendali: «La cassa integrazione straordinaria fa registrare un dato di sostanziale stabilità nel semestre (più 0,33%) e rispetto ai dodici mesi precedenti (meno 3,41%). Ma il dato più significativo è costituito dal valore assoluto dei lavoratori sospesi che si mantiene negli ultimi anni molto elevato (oltre le 3.500 unità) che evidenzia la grave persistenza delle crisi strutturali nel settore industriale».
In aumento anche il ricorso ai contratti i solidarietà che sul territorio interessano quindici aziende metalmeccaniche, per un totale di 210 lavoratori coinvolti. E' il caso, ad esempio della Arlenico Lucchini che da due anni sta usando il contratto di solidarietà al 60%, sostenendo la totale occupazione di tutti i 90 dipendenti dello stabilimento cittadino.
«Il contratto di solidarietà può costituire una risposta adeguala all'emergenza occupazionale e una nuova attenzione ai problemi dell'impatto sociale della crisi». Infine la cassa in deroga coinvolge molte piccole imprese, anche se recentemente anche alcune grandi realtà industriali hanno iniziato a farne ricorso.
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