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Sabato 17 Dicembre 2011
Lecco: la crisi si sente
Tante imprese insolventi
Arriva una nuova ondata di crisi per le imprese, questa volta è di tipo finanziario. Ordini e produzione non indicano miglioramenti rispetto ai mesi passati, ma peggiorano i rapporti con i clienti, sempre più insolventi, e quelli con le banche che hanno chiuso i rubinetti del credito.
Due imprenditori su tre (67,7%) dicono che i clienti non pagano o lo fanno con forti ritardi. Di fronte all'insolvibilità, il 45,1% delle aziende accusa disagi nella continuità aziendale, mentre gli altri parlando di un peggioramento dei rapporti con i clienti, e di drammatica insolvenza.
A livello finanziario si aggiungono i problemi con le banche, aggravatisi novembre. Ulteriore ostacolo nel miglioramento dei rapporti tra istituti di credito e aziende è l'incremento delle spese e delle commissioni bancarie, così come segnalato nel 43,1% dei casi. Circa un'impresa su cinque (19,7%) ha subito un aumento di richieste di garanzia da parte del sistema bancario. Il 4,8% del campione è incappato in una restrizione delle linee di credito.
Tutto questo in uno scenario produttivo critico, fatto di indicatori che confermano il permanere di una fase di rallentamento per le imprese, ma leggermente migliore rispetto a ottobre.
Sul fronte degli ordini, il 45% delle imprese indica una diminuzione delle commesse a novembre, mentre il 20% parla di aumento. Trovare clienti in Italia è sempre più difficile, come dicono il 45,5% dei manager. E anche la domanda dall'estero segna un rallentamento nel 32,1% dei casi, ma meno che un mese fa, quando il calo era segnalato dal 45,6% delle aziende. Inoltre un'impresa su cinque (17%) indica un aumento dell'export.
L'assenza di commesse si riflette sulla produzione, che non registra livelli ottimali, con una media di capacità produttiva installata del 71,8%. Un'azienda su due (48,1%) comunica una stabilità delle attività, mentre il 36,2% rivela di aver subito una riduzione.
Il costo delle materie prime risulta invariato per il 59,7% del campione, mentre secondo il 18,3% è aumentato.
Detto questo, le prospettive per la fine dell'anno sono segnate dall'incertezza: il 48% si attende un peggioramento nelle prossime settimane, e solo il 7% si figura una crescita. Per quasi la metà delle aziende (45%) infine la situazione non dovrebbe cambiare.
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