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Giovedì 02 Maggio 2013
Lecco: la crisi investe
anche i vivaisti
Anche i florovivaisti sono in crisi per l'aumento delle accise del gasolio, per la concorrenza dei mercati esteri e per il calo dei consumi delle famiglie.
La lista delle lamentele dei florovivaisti è lunga e ancor più lunga quella dei 2500 dipendenti del settore, molti dei quali da mesi non percepiscono più lo stipendio, mentre gli avventizi quest'anno faticano a trovare un vivaio in cui lavorare. Tra Lecco e provincia sono attive più di 90 aziende, che producono in serra e in vivaio, progettano costruiscono e mantengono il verde. 1.500 gli addetti, per una filiera (dalla coltivazione alla manutenzione) che vale 200 milioni di euro.
Una filiera che soffre e che in primavera, la stagione della ripartenza, sta suebendo una flessione del 30% e ha visto chiudere aziende virtuose, schiacciate dalla mancanza di liquidità per lavori non pagati.
Le cause sono molteplici: «Dai rincari alla burocrazia, dalla concorrenza internazionale all'abusivismo - spiega Massimo Sala della Cgil di Lecco - Tanti stagionali quest'anno non lavoreranno, perché i vivai non hanno commesse e quindi non possono assumere nessuno. E anche chi ha un contratto a tempo indeterminato fatica a percepire con puntualità lo stipendio. Alcuni da mesi stanno lavorando senza percepire alcunché».
La crisi preoccupa i vivaisti che subiscono un'impennata del lavoro nero in questo settore, con tanti cassaintegrati e pensionati che per arrotondare si improvvisano giardinieri ed esperti nella manutenzione del verde.
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