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Sabato 11 Dicembre 2010
Lecco: la crisi ha distrutto
cinque anni di crescita
In cinque anni, nel Lecchese l'industria manifatturiera ha perso 1.600 posti di lavoro, il numero delle grandi imprese è sceso del 23% e le nuove assunzioni sono crollate del 44%. Il ricorso alla cassa integrazione ordinaria è cresciuto di 18 volte, triplicato il ricorso alla cassa integrazione straordinaria, le persone che stanno cercando un lavoro sono oltre 7 mila.
LECCO - Due fotografie a confronto. Da un lato la Lecco economica di cinque anni fa, dall'altra l'attuale situazione economica, nel mezzo la crisi che ha azzerato ogni progresso avvenuto nell'ultimo quinquennio. Così si scopre che l'industria manifatturiera ha perso 1.600 posti di lavoro, il numero delle grandi imprese è sceso del 23% e le nuove assunzioni sono crollate del 44%. Il ricorso alla cassa integrazione ordinaria è cresciuto di 18 volte, triplicato il ricorso alla cassa integrazione straordinaria, le persone che stanno cercando un posto di lavoro sono oltre 7 mila. Il quadro a tinte fosche qui descritto è stato dipinto dal rapporto “Occupazione e Mercato del Lavoro in provincia di Lecco” curato dall'Osservatorio Provinciale del Mercato del Lavoro presentato in Camera di Commercio a un anno dall'inizio delle rilevazioni. Alla presentazione della ricerca hanno partecipato, tra gli altri, l'assessore provinciale al lavoro Fabio Dadati, il sindaco di Lecco Virginio Brivio e l'assessore regionale Carlo Rossoni. L'analisi dei dati mostra come la rapida inversione del ciclo economico e l'esplosione della crisi nel settembre 2008 abbiano annullato, nell'arco di uno o due trimestri, i risultati del progressivo sviluppo del sistema occupazionale di Lecco avvenuto negli ultimi 5 anni. L'ampio utilizzo della cassa integrazione ha però circoscritto il numero di imprese costrette a licenziamenti di massa. Con il ricorso agli ammortizzatori sociali sono stati tutelati i lavoratori maggiormente colpiti dalla crisi, tra cui gli ultracinquantenni con competenze e profili professionali deboli.
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