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Lunedì 25 Ottobre 2010
Lecco: la crisi colpisce
anche i professionisti
L'8% per cento delle imprese artigiane sta navigando in cattive acque per colpa della crisi: il 3,5% ha già chiuso i battenti, mentre il 5,5% ha avviato procedure di licenziamento e decisioni di ridimensionamento. Non è finita qui. Le novità riguardano le richieste di cassa integrazione da parte di studi professionali
I dati provengono dal settore artigianato della Cgil di Lecco, diretto da Claudio Ravasi: "Per quanto riguarda le piccole realtà artigiane del territorio la crisi economica è ancora presente e attuale – dice il segretario – e coinvolge i settori più rappresentativi del territorio, vale a dire il metalmeccanico e l'edilizia".
Non è finita qui. Le novità dell'autunno non sono piacevoli: "Si sono avvicinati alla cassa integrazione in deroga settori nuovi che in passato non avevano mai richiesto l'uso di ammortizzatori. Proprio questa settimana ho siglato quattro accordi di cigs in deroga rivolti a studi di architettura, studi d'ingegneria, terziario avanzato, imprese di servizi all'industria. Sono stati per la prima volta coinvolti nel buco nero della crisi anche magazzini e piccole realtà economiche che lavorano nell'indotto industria ed edilizia".
Dall'inizio dell'anno alla metà di ottobre le richieste di cassa integrazione sono state 1057, per un totale di 4.700 lavoratori coinvolti, anche se lo strumento della cassa viene effettivamente utilizzato da 3.000 lavoratori, poiché l'uso reale dello strumento si attesta attorno al 70%. Le nuove richieste sono 207, mentre 688 sono le proroghe. Nel 2009 le richieste di cigs in deroga erano state 1.104, e i lavoratori coinvolti 4.996: "Siamo prossimi al sorpasso – afferma Ravasi – e questo è il segnale della mancata ripresa e dell'aggravarsi della crisi. A luglio si era registrato un rallentamento delle richieste di cassa integrazione e sembrava che la situazione fosse in ripresa. Sfortunatamente l'autunno è iniziato nel peggiore dei modi, cioè con un consistente aumento delle richieste". A questo si aggiunge la preoccupazione per il rifinanziamento dello strumento per il prossimo anno.
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