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Mercoledì 08 Febbraio 2012
Lecco: la crisi colpisce
anche i lavoratori disabili
A Lecco, numeri record per il servizio provinciale di collocamento dei disabili e delle fasce deboli. Un servizio, purtroppo, sempre più sfruttato. Ci sono sempre più persone in difficoltà non solo fisiche ma soprattutto economiche.
Nonostante la Provincia di Lecco abbia i risultati migliori in Italia, in quanto a collocamento obbligatorio (ex lege 68), e sia la prima provincia a livello lombardo in questo senso, i dati sono sconsolanti: sempre più persone vi debbono ricorrere. Questo in una realtà nella quale anche dove l'obbligo non c'è (per i soggetti psichicamente deboli per esempio), Lecco è al 22 per cento di collocati (una settantina di lavoratori di questo tipo).
L'impegno verso le persone indigenti e disabili è in continua crescita: 2.244 gli iscritti (1609 disabili e 520 fasce deboli più altre tipologie), 843 i tirocinanti, 372 i collocati al lavoro. Fabio Dadati, assessore ai Servizi sociali della Provincia, e Marino Bottà, responsabile del Servizio fasce deboli della Provincia, hanno spiegato con preoccupazione: «Prima erano mediamente 350-400 i nuovi iscritti al servizio ogni anno, mentre nel 2011 sono stati 507. Tra questi ci sono i nuovi invalidi, ma la maggior parte sono soprattutto i disabili che hanno perso il posto di lavoro. Se andiamo avanti così saranno più di 500 nuovi iscritti nel 2012...». Non solo: aumenta chi, tra gli iscritti, si dichiara disponibile a lavorare, nonostante i suoi gravi handicap: «Del totale di 1609 iscritti (al servizio collocamento disabili, n.d.r.), quelli disponibili al lavoro sono oggi 605. Molte donne che non avevano dato disponibilità al lavoro, ora si sono messe a lavorare perché il marito è in cassa integrazione o disoccupato, pur avendo gravi compromissioni fisiche».
Aumentano i licenziamenti di disabili e soprattutto i contenziosi: «Le commesse arrivano oggi per il domani. Si lavora male e così aumentano le litigiosità: la Provincia dà un bonus all'azienda per ogni lavoratore trattenuto. Ma le aziende in crisi escono dall'obbligo di legge di inserimento dei disabili. E le altre ditte sono abbastanza sature. I posti sono quasi tutti occupati e quindi stiamo mettendo in pista una serie di correttivi per far assumere. Siamo già nello spirito del nuovo welfare. Dobbiamo coinvolgere sempre più il privato nella gestione e nel sostegno dei servizi e del sociale».
Un esempio: «Abbiamo erogato borse lavoro a tirocinanti per più di mezzo milione di euro. Il resto l'hanno messo le aziende per un totale di un milione di euro... Abbiamo oggi 57 comuni che hanno aderito a progetti come "Paese Pulito": un carrello attrezzato per la pulizia delle strade, messo a disposizione dei vari comuni, con un lavoratore che pulirà le vie. Un costo zero per il Comune e bassissimo per la Provincia che procura il carrello delle pulizie. Un'occasione per 90 persone disabili che saranno pagate da aziende private. Quindici comuni hanno già iniziato questo servizio».
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