Homepage / Lecco città
Giovedì 28 Febbraio 2013
Lecco: costo energia
Zavorra per le imprese
Il macigno energetico appesantisce le imprese che partecipano alla gara della competitività. Paolo Torri, responsabile di Confindustria per il settore energetico, racconta che lo scorso anno la bolletta costava 150 euro per megawattora, di cui 30 euro erano destinati agli oneri parafiscali, mentre oggi quella stessa voce è salita a 48 euro, per un totale di 168 euro di spesa energetica.
Nonostante gli impegni del governo e delle Authority per una sua rimozione, l'extracosto viene dilatato da partite fiscali e parafiscali accessorie, che pesano sulla bolletta elettrica delle piccole medie imprese. Paolo Torri, responsabile di Confindustria per il settore energetico, racconta che lo scorso anno la bolletta costava 150 euro per megawattora, di cui 30 euro erano destinati agli oneri parafiscali, mentre oggi quella stessa voce è salita a 48 euro, per un totale di 168 euro di spesa energetica.
Il confronto europeo tra le imprese con consumi tra i 15mila e 18mila megawattora ha contorni sconcertanti. Su 152,9 euro a MWh mediamente pagati, 79,57 sono riferibili alla fornitura "pura" di energia. Ben 73,32 euro sono attribuibili invece al salasso dovuto non solo al fisco ma anche al calderone degli oneri accessori che contiene la cosiddetta componente A3, quella dei prelievi gonfiati dai sussidi (crescenti) alle energie rinnovabili.
L'associazione di categoria, oltre a lanciare l'allarme, ha elaborato una strategia di contenimento dei costi energetici che passa attraverso tre strade: Audit energetici, certificati bianchi, sistemi di gestione dell'energia.
«L'audit energetico permette di capire quali interventi possono effettivamente comportare risparmi significativi per un'azienda - racconta Torri - come l'impianto di inverter, motori ecologici, sistemi di coibentazione, illuminazioni economiche e recuperi energetici», l'esempio migliore è quello della Lafranconi Silenziatori di Mandello che applicando questi cinque consigli ha ottenuto un risparmio in bolletta del 10% al netto dell'investimento.
Inoltre il risparmio energetico dà diritto alle certificazioni banche, che sono titoli che attestano la riduzione dei consumi e che danno diritto a sconti: «Investire nel risparmio dà diritto ad alcuni sgravi fiscali e consente consistenti vantaggi economici», chiarisce Torri.
Altre aziende stanno puntando su si sistemi di gestione dell'energia «che consentono non solo di consumare meno, ma di bruciare meno energia per unità di prodotto monitorando continuamente il consumo energetico». Ad esempio la brianzola Lariana Depur a fronte di un investimento di 20 mila euro per gli interventi di risparmio energetico, ha ottenuto 100 mila euro di risparmio medio annuo.
E ancora, altre aziende hanno investito in impianti di cogenerazione che consentono di sfruttare al massimo l'energia elettrica e del metano, con risparmi del 30% in bolletta, anche se il costo degli impianti è piuttosto consistente: «Numerose aziende hanno già installato impianti di cogenerazione, addirittura alcuni ne hanno installati più d'uno»
© RIPRODUZIONE RISERVATA