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Martedì 25 Ottobre 2011
Lecco: i commercianti
contro il Governo
Una standing ovation per il presidente nazionale di Confcommercio Carlo Sangalli che, agli stati generali di Milano, ha rotto con il governo. Un applauso che anche i lecchesi di Confcommercio, sposano appieno.
Un applauso che anche i lecchesi di Confcommercio, sposano appieno. La folta delegazione del capoluogo manzoniano a Milano era guidata dal presidente Peppino Ciresa (nella foto): «Sono andato sul palco a fare i complimenti a Sangalli - commenta Ciresa - Ha trascinato tutti in un applauso di più di quindici minuti. D'altronde è vero: non se ne può più. Siamo più in là della frutta e del dolce. Ha fatto il paragone calcistico dei minuti di recupero, però ha ragione: ora non si può più sbagliare. Sono veramente d'accordo».
Citato a Milano un saldo negativo tra imprese aperte e chiuse, di 23mila unità: «È impressionante vedere quanta gente è rimasta senza lavoro in questi mesi, in questi giorni. Si deve davvero cambiare. Servono intervento di rilancio dell'economia e dei consumi».
Con Ciresa c'erano anche Carminati (presidente di Federmoda), Corti (componente di Giunta) e Renato Mariani (presidente delle concessionarie auto), oltre ad Anna Corti (presidente della commissione pari opportunità). Oltre al direttore di Confcommercio Alberto Riva: «Concordiamo assolutamente con tutto quanto detto da Sangalli. Ormai non c'è più tempo. I 90 minuti sono finiti per cui tutte quelle riforme - fiscali, previdenziali - oltre alla riforma della legge elettorale, se non si fanno adesso, quando le si farà? Sangalli ha assolutamente ragione. Abbiamo partecipato all'ovazione finale e Confcommercio Lecco si è riconosciuta in questo discorso». Riva specifica: «Si deve affrontare anche la riforma fiscale che è assolutamente vitale. L'incremento dell'Iva sta portando a un incremento dell'inflazione e da dieci anni la pressione fiscale italiana è la prima in Europa. Inoltre gli interventi strutturali per interrompere la spesa pubblica non arrivano mai e anche nelle manovre di luglio e di agosto, al di là delle tante parole, su costi della politica e spesa pubblica c'è poco».
E la Confcommercio filogovernativa dov'è finita? «Non siamo filogovernativi. Quando c'era da plaudire al governo su alcune iniziative, l'abbiamo sempre fatto, prescindendo dal colore di chi c'era al governo. Così come - se le scelte prese non trovano il consenso dell'Italia innanzitutto, non solo delle imprese commerciali - sa fare fronte duro contro il governo. È il giusto ruolo: equidistanza dai partiti, ma si giudica il governo da ciò che fa. Come noi a Lecco facciamo con le istituzioni locali».
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