Lecco, chiosco chiuso di sera: «Decisione ingiusta, valutiamo di chiudere»

«Non abbiamo nemmeno le parole. Ci chiediamo solamente se questa sia giustizia». Elenia Mazzetta è sconsolata. Non riesce a comprendere le ragioni dell’ordinanza con cui, dallo scorso 25 settembre, il comune ha imposto la chiusura anticipata alle 21 al chiosco che lei gestisce in lungolario Cesare Battisti.

«Nell’aprile 2023, - ricostruisce la commerciante, poco più che ventenne - un po’ per incoscienza, un po’ per ingenuità, un po’ per senso di sfida, ho preso in gestione il chiosco adiacente a piazza Cermenati. Mio padre mi mostrò delle bellissime foto del chiosco nel 2008, con panchine, tavoli e ombrelloni della coca-cola, vasi con fiori di vari colori. Un pezzo di puzzle del paradiso. Questa era la sfida. Riportare quell’angolo alla bellezza di allora. E poi tutto sommato non volevo un altro kebabbaro qui. Non per discriminazione. Ma perché avrei avuto delle idee diverse».

Elenia Mazzetta ha tre dipendenti, altre tre ragazze che l’aiutano a gestire il chiosco mentre frequenta l’università a Milano. Anche suo padre Anthony le dà una mano. Per oltre un anno è stato tutto tranquillo. «Ho visto di tutto, gente serena seduta ai tavoli, gente agitata che discuteva, gente allegra che si divertiva, gente arrabbiata che litigava, coppie, famiglie, amici, solitari» racconta la giovane. L’atmosfera è cambiata negli ultimi quattro mesi. «La città – denuncia la giovane - è invasa da micro-delinquenti che alimentano paure nelle persone. Ostentano incuranza, indolenza e arroganza. Minacciano, rubano, litigano e si malmenano oltre ogni limite ragionevole. Non temono nulla perché non hanno nulla da perdere». Il racconto si fa sempre più intenso. «Vedo mio padre – prosegue Mazzetta - che cerca di cacciare via i delinquenti, che viene minacciato, che cerca di ripulire quest’angolo chiedendo aiuto alle forze dell’ordine. Ahimè, anche lui sa bene in fondo che anche loro non possono fare chissà cosa. Ci provano. Ma sono in pochi e forse anche con pochi mezzi». Ogni sera, dal chiosco sono costretti ad allontanare “persone non gradite”.

«Dopo tutti questi sforzi, le notti insonni, le mattine a ripulire i marciapiedi – conclude la titolare del chiosco – siamo rimasti attoniti nell’apprendere che la responsabilità dei disordini viene data al chiosco. La città che vorrei non è questa. La città che vorrei è quella dove posso andare in giro senza avere paura. La città che vorrei è una città degna di essere vissuta. Ma questa ora non lo è». Lo sconforto è forte. L’ipotesi chiusura totale non è esclusa. Da Palazzo Bovara si ribadisce quanto già dichiarato. «Il Comune di Lecco ha emesso l’ordinanza di limitazione dell’orario di apertura fino alle ore 21.00 su proposta della Questura di Lecco nell’ottica di una maggior tutela del bene pubblico, dell’ordine e della sicurezza delle persone».

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