Lecco, case in affitto sempre più care
e introvabili, soprattutto per gli studenti

I dati del Sole 24 Ore: in città il canone mensile pesa mediamente per quasi un quarto sullo stipendio medio

Case in affitto sempre più introvabili nella città di Lecco e canoni che pesano per quasi un quarto (24,1%) sul valore dello stipendio medio. Secondo un’elaborazione del Sole24Ore su base dati Omi (Osservatorio del mercato immobiliare) e statistiche fiscali delle Finanze, nel capoluogo nel 2023 sono stati stipulati nel 2023 781 contratti di affitto, di cui la metà a canone concordato, con un canone medio 4+4 pari a 568 euro in crescita dell’1,7% sul 2018. Sebbene nel quinquennio 2018-2023 i costi degli affitti a canone libero in Italia siano cresciuti del 3,6 sui salari, a lecco la crescita è stata dell’1,7%, mentre l’incidenza dei canoni sugli stipendi ha un’incidenza di oltre undici punti al di sotto della media nazionale (35,25).

Il dato sull’incidenza dunque è relativo rispetto all’andamento dei salari che a Lecco (dato del 2021 su indagine della Cgia di Mestre diffusa a fine 2023) sono in media pari a 25.190 euro annui, un dato che nell’anno di riferimento posizionava Lecco al sesto posto nazionale.

L’incidenza comunque c’è e pesa, come ha ricordato anche il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, con la proposta avanzata al recente Festival dell’Economai a Trento, di un piano casa a prezzo sostenibile dedicato ai lavoratori, rilanciando la proposta di un “piano casa” anticipata al Festival dell’economia di Trento, in quanto «non si può pensare – ha detto Orsini - che un affitto superi il 25-30% dello stipendio che prendono i giovani».

«A Lecco il canone di un bilocale è compreso tra 500 ed 800 euro mensilli, con un salario medio intorno ai 2.500 euro al mese il costo è in linea – afferma Matteo Zambaldo, presidente provinciale di Fimaa Confcommercio Lecco -. A Lecco mancano appartamenti in affitto a prezzi sostenibili». Mancano alloggi per studenti, per il personale neo assunto dall’ospedale, e mancano alloggi per famiglie che non riuscendo ad accedere al credito per l’acquisto della prima casa si spostano sulla locazione. Inoltre cresce la preferenza per i proprietari verso gli affitti brevi per vacanze. «Meno immobili e più richieste portano ad aumenti di prezzo e difficoltà nel reperire il prodotto sul mercato. Le case di pregio con affitti che partono da 900 euro mensili ci sono. Le case vacanze, che ora sono regolamentati con regole un po’ più chiare, tolgono mercato agli affitti tradizionali, ma la crescita della richiesta di studenti, lavoratori e famiglie acuisce il problema in città, dove si concentra la maggior parte di richieste».

Nella convinzione che «il problema sia risolvibile con idee giuste, come utilizzare gli immobili grandi per gli studenti e quelli vuoti per affitti a medio periodo per i lavoratori» Fimaa sta sensibilizzando i proprietari degli appartamenti vuoti affinché li mettano a reddito, anche perché Lecco città ha la possibilità di una cedolare secca al 10% , «dato importantissimo – sottolinea Zambaldo - il quale fa sì che i denari restino effettivamente attaccati all’immobile: il 10% va allo Stato, come l’Imu. Inoltre Lecco ha una qualità di inquilini elevata». Circa l’attività verso i clienti in agenzia «noi sensibilizziamo anche i proprietari di immobili molto grandi affinché li ristrutturino in case per gli studenti: un appartamento di 160 metri quadrati con 5 locali più una cucina grande, non infrequenti a Lecco, vanno benissimo per gli affitti a studenti e le agenzie sono in grado di gestire questa formula».

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