Cronaca / Lecco città
Lunedì 18 Novembre 2019
Lecco, Casa di Quartiere
La scuola rivive con Laorca Lab
Partito il progetto con tre giovani, associazioni unite.
E i laboratori si aprono per tutti
Non tutto quel che si esaurisce scompare per sempre. A volte semplicemente si trasforma, come in una sorta di reincarnazione in chiave sociale.
La vecchia scuola elementare di Laorca ha subito la stessa mutazione. Una lunga e inevitabile agonia di iscritti fino alla decisione del Comune di chiudere il presidio: i pochi bimbi del rione spostati nei plessi più vicini e poi il chiavistello al cancello.
Progetto unico
Ma al contrario di quel che è accaduto ad altre scuole elementari rionali, una tra tutte la Cadorna di Rancio trasformata in condominio, i cittadini di Laorca non si sono arresi e non hanno voluto perdere il fulcro del rione, il centro di aggregazione che gli ha permesso fino a oggi di restare in vita.
Da lunedì la scuola ha riaperto i cancelli ed è partito il progetto Laorca Lab, “dal Cantiere alla Casa di Quartiere”, un perfetto esempio di collaborazione tra cittadini, istituzioni e associazionismo.
Il comitato di cittadini “Io amo la mia scuola e il mio rione” (ora trasformato in Asp. Laorca Lab) sorto proprio per salvare la scuola, ha ideato insieme alla parrocchia, il Gel (gruppo escursionisti laorchesi), la scuola dell’infanzia Barone, Auser, Anteas e la cooperativa sociale La Vecchia Quercia, il progetto coordinato dalla rete dei servizi del Comune che ha lo scopo di trasformare quel plesso in un crocevia di esperienze e competenze, per dare a tutti una possibilità. Un esperimento di welfare di comunità. Un luogo che permette ai ragazzi con diverse fragilità di mettersi in gioco, socializzare e mettere a frutto le loro competenze, agli anziani del quartiere, a loro volta soggetti deboli, di trovare un punto di aggregazione, ai bambini della materna di entrare a contatto con i nonni e i ragazzi, ai giovani del Cfpp non ancora pronti per il mondo del lavoro, di cucinare ogni lunedì e mangiare con gli anziani soli in una sorta di pranzo sospeso.
Poi ci sono gli adulti di Cesea che hanno sistemato i locali chiusi da anni e oggi nuovamente vivibili, che restaurano mobili di residenti del quartiere, che fanno manutenzione nel rione a partire dalla scuola materna, e molto altro ancora.
Il progetto in realtà, unico in tutta la provincia di Lecco, è tutto da costruire.
Lunedì erano tre i giovani che hanno dato il via alla sperimentazione, a loro tra poco si è aggiungerà un’altra ragazza, e via via si spera molti altri. Con loro la referente del progetto, educatrice de la Vecchia Quercia, Barbara Rigamonti.
La scuola distribuita su tre piani offre tutto quel che serve: una sala musica, un tavolo da ping pong (con tanto di istruttore per i ragazzi che vogliono imparare a giocare) e un calcio balilla all’ingresso, per dare il benvenuto. Per far capire che li ci si mette in gioco. La cucina è stata completamente rifatta e i ragazzi si preparano il pasto dopo essere andati a fare la spesa (percorso di autonomia).
Famiglie benvenute
Al primo piano c’è lo spazio per famiglie ed associazioni, una palestra per anziani e giovani, un’aula informatica. Al secondo piano un bellissimo telaio in legno per l’atelier tessitura cucito e maglieria, realizzato con l’istituto di moda Isgd, dove verranno sistemati gli abiti del Guardaroba San Vincenzo e realizzate nuove creazioni. A fianco l’aula di arteterapia, con l’educatrice Antonella Moschetti, pittura, colore e creatività. Al terzo piano l’officina del quartiere gestito in particolare dagli adulti di Cesea.
Diversi laboratori, ognuno sceglie quel che vuole. Attività molto pratiche oggi volte anche a terminare la sistemazione dei locali e la costrizione di suppellettili utili alla realizzazione dei prossimi laboratori.
Un luogo aperto
«Laorca Lab vuole essere un punto di incontro aperto, un luogo accessibile a tutti e dove ciascuno dà e riceve quello di cui ha bisogno. Un’interazione di competenze, esigenze e peculiarità - spiega Barbara Rigamonti- un modo per non perdere il legame con il rione ma anche per dare occasioni di socializzazione e di ritrovo a chi ne ha più bisogno. In questi giorni c’è un viavai di gente che ci viene a trovare - aggiunge - si siedono, bevono un caffè e si mettono a disposizione. Alcune signore del rione ci hanno cucito le tende, e ci hanno aiutato nella tessitura. É un progetto educativo condiviso».
La Casa di Quartiere ha ottenuto i fondi della Fondazione comunitaria lecchese e ora come ultima tappa verrà costituito Il Fondo di Comunità Laorca/ Malavedo da alcuni cittadini presso la Fondazione Comunitaria, che lo sosterrà insieme al Comune, alle aziende, alle persone del quartiere.«Perchè gli obiettivi e i bisogni sono tanti - dicono - ed è bello poterli realizzare». Un progetto che ha appena iniziato a camminare ma che già dimostra di avere gambe forti per correre da solo e a lungo.
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