Lecco, in carcere per 'ndrangheta in tribunale per il crac dell'azienda
a.crippa
Barzago - Sotto scorta della polizia penitenziaria del carcere di Volterra perché finito in cella nel blitz "Infinito" contro le infiltrazioni della'ndrangheta in Lombardia, detenuto dal luglio 2010, ieri alle 10,50 è stato accompagnato in tribunale a Lecco. Massimiliano Croci, originario di Carate, socio accomandatario della "Croci Sas di Croci Massimiliano & C.", con attività di commercio all'ingrosso di ferramenta e utensileria in via Antonio Gramsci a Barzago, dove risultato domiciliato (ma la residenza è a Briosco, in provincia di Monza), è comparso davanti al giudice Dario Colasanti, nell'udienza a porte chiuse durata poco meno di un'ora. Quarant'anni compiuti lo scorso 7 ottobre, è stato invitato a fornire elementi utili sulla situazione della società di cui è socio illimitamente responsabile. Alcuni creditori infatti hanno formalizzato le istanze per ottenerne il fallimento. Presenti le parti di causa, con i rispettivi legali, la fase scattata ieri è stata definita "udienza prefallimentare", a conferma che pare ormai segnato il destino della società, tenuto conto della massa passiva. Nuovi guai penali sono stati ipotizzati ieri in tribunale civile, dopo la pesantissima tegola giudiziaria del blitz antimafia coordinato dal pm Ilda Boccassini della Procura distrettuale anti mafia di Milano, con le 144 ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip Andrea Ghinetti che hanno portato dietro le sbarre anche, tra gli altri, Ivano Perego di "Perego strade", Cosimo Vallelonga, Francesco Varga, Pasquale Giovanni Varga, Michele Oppedisano, Francesco Riillo e Francesco Crivaro. Sin dalle prime battute della maxinchiesta sono state ipotizzate nei confronti di Croci le accuse di concorso in usura ed estorsione. Ieri in udienza,.il barzaghese non si sarebbe dimostrato scosso o impressionato, anche nel puntualizzare le fasi di crisi aziendale.