Cronaca / Lecco città
Mercoledì 03 Febbraio 2021
Lecco. Cambia l’etichetta sui salumi
Va indicata la provenienza
Coldiretti: l’associazione annuncia che entra in vigore l’obbligo di indicare la provenienza per prosciutti e salami
LECCO
Un annuncio particolarmente atteso o, per dirla con Coldiretti Como-Lecco, un appuntamento storico.
Un appuntamento che arriva in un momento di grande crisi per aiutare a scegliere l’82% degli italiani che, con l’emergenza Covid-19, vogliono portare in tavola prodotti made in Italy per sostenere l’economia ed il lavoro del territorio.
Entra infatti ufficialmente in vigore l’obbligo di indicare in etichetta l’indicazione di provenienza su salami, mortadella e prosciutti per sostenere il vero made in Italy e smascherare l’inganno della carne straniera spacciata per italiana. «Con il 31 gennaio è scaduta la proroga di due mesi concessa dal ministero dello Sviluppo economico per la piena applicazione del Decreto interministeriale sulle Disposizioni per “l’indicazione obbligatoria del luogo di provenienza nell’etichetta delle carni suine trasformate», fa sapere Coldiretti interprovinciale. «Si tratta di un provvedimento di forte impatto anche sul territorio delle due province lariane, dove è storica la tradizione rurale di trasformazione delle carni suine in pregiati salumi - sottolinea Fortunato Trezzi, presidente di Coldiretti Como-Lecco -. L’utilizzo delle carni suine nella nostra provincia rintraccia le proprie origini nella notte dei tempi: dai salami, alle pancette, ai salami tradizionali, le cui “ricette” si tramandano di generazione in generazione, senza contare gli immancabili cotechini, diffusi soprattutto nell’Alta Brianza nonché le mortadelle di fegato. Ancor oggi sono diverse le imprese agricole che, grazie all’allevamento dei loro maiali, ottengono salumi che hanno il sapore di un tempo. Una tradizione da riscoprire».
È risaputo il fatto che la norcineria italiana rappresenti un settore di punta dell’agroalimentare nazionale. L’entrata in vigore dell’etichetta made in Italy sui salumi è dunque un momento di svolta per i produttori , duramente colpiti dal crollo del prezzo dei maiali e dal contemporaneo aumento di quelli delle materie prime per l’alimentazione degli animali. Si calcola che siano 5 mila gli allevamenti nazionali di maiali in ginocchio dalla pandemia, ma anche dalla concorrenza sleale.
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