Lecco: la burocrazia costa
ad ogni impresa 14 mila euro

La complessità e le lungaggini della burocrazia in un anno costano in media a ogni impresa 14 mila euro. E sono quasi 76 i giorni lavorativi che ogni azienda spende in un anno tra pratiche, spostamenti e code agli sportelli, nonché reperimento della corretta documentazione.

g.morassi

LECCO - La complessità e le lungaggini della burocrazia in un anno costano in media a ogni impresa 14 mila euro. E sono quasi 76 i giorni lavorativi che ogni azienda spende in un anno tra pratiche, spostamenti e code agli sportelli, nonché reperimento della corretta documentazione. "È come possedere un'automobile perfetta– spiega Maurizio Bario, direttore di Api Lecco – potente, capace di prestazioni elevate, ma con una centralina elettronica che va a rilento e fa inceppare il motore", con questo paragone Bario spiega il significato degli adempimenti burocratici per gli imprenditori: "L'efficienza della burocrazia, la velocità di risposta, di reazione alle sollecitazioni degli imprenditori, è un elemento fondamentale, affinché un'impresa possa lavorare bene". Poche le richieste che l'Api rivolge agli enti pubblici, incaricati di rilasciare le autorizzazioni per l'apertura di una nuova attività imprenditoriale e per la continuità dell'attività industriale: "Le norme devono essere tutte semplificate e soprattutto la burocrazia deve iniziare ad adottare un linguaggio comprensibile alle persone e agli imprenditori. Il rischio, se ciò non avverrà, è che i potenziali imprenditori si scoraggino ancor prima di iniziare a lavorare". Giulio Sirtori, direttore di Confindustria Lecco, nota: "L'eccesso di burocrazia è un tema che continuiamo a richiamare all'attenzione dei nostri politici, ma di anno in anno la situazione non cambia, e questo perché l'intera classe politica, di destra e di sinistra, è interessata ad altro". La nuova giunta di Confindustria Lecco ha nominato una speciale delega dedicata alla semplificazione burocratica, affidata a Stefano Fiocchi, presidente della Fiocchi Munizioni, che ha intenzione di aprire una nuova azienda in Svizzera, dove gli adempimenti burocratici sono inferiori rispetto all'Italia: "In realtà non ci attendiamo un esodo delle imprese lecchesi dal territorio verso la Svizzera – dice Sirtori – perché fortunatamente il Lecchese ha delle leve competitive, come una rete di competenze diffuse e alta professionalità delle maestranze. Ma il salto di qualità e la velocizzazione delle pratiche deve essere fatto adesso, altrimenti c'è il rischio di un impoverimento industriale. E' invece positivo che alcune istituzioni del territorio abbiano colto il segno del malessere delle aziende e avviato il tentativo di creare un quadro normativo preciso e chiaro per gli imprenditori che si devono interfacciare con la Pubblica Amministrazione". Tre le richieste che Ance fa all'amministrazione provinciale: "Uniformità nelle procedure, informatizzazione efficiente e protocolli più veloci per il disbrigo delle procedure", dice il direttore di Ance Lecco, Paolo Cavallier. Uno dei problemi maggiori che le imprese edili rilevano nei confronti della pubblica amministrazione è la mancanza di uniformità nelle procedure burocratiche da presentare ai novanta comuni della Provincia: "Da anni tentiamo di convincere i comuni a creare un sistema di permessi e modulistica uniformi – dice Cavallier -. La presenza di diversi sistemi burocratici da comune e comune, per ottenere lo stesso risultato è solo un'inutile complicazione per gli imprenditori. Basterebbe un po' di volontà per riuscire a raggiungere questo minimo obiettivo. Un altro punto fondamentale è il raggiungimento di un'informatizzazione efficiente della burocrazia sufficientemente efficiente. Il terzo elemento è la realizzazione di protocolli più semplici e immediati, che possano essere facilmente compresi e interpretati dagli imprenditori e in generale dai cittadini".

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Sabato 28 Maggio 2011

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