Editoriali / Lecco città
Sabato 13 Luglio 2013
Lecco, Boscagli e i rimborsi
L’ex assessore di nuovo nei guai
Tirato in ballo un’altra volta perché chiamato a rendere conto alla Corte dei Conti, il cognato di Formigoni è molto irritato: «Notizie confuse e pasticciate, basta alimentare il clima anti casta. In questo caso si tratta dei rimborsi che ho autorizzato a due colleghi, in veste di capogruppo di Forza Italia nel 2008. Non ho niente da rimproverarmi: mi sono sempre attenuto alle norme»
Non sono le sue spese sono quelle degli altri.
Nuovi guai per Giulio Biscagli , ex assessore regionale alla Famiglia dell’ultima giunta Formigoni, invitato dalla Corte dei Conti a dedurre su rimborsi sospettati non dovuti, perché a prima vista estranei ai costi inerenti all’attività politica. Ma- precisa - quei rimborsi non sono quelli che ha intascato lui.
«Sono quelli che ho autorizzato in qualità di capogruppo di Forza Italia al Pirellone, incarico ricoperto nei sei mesi che vanno da gennaio al 25 giugno 2008», dice con un fondo di amarezza finora mai trapelato nella sua lunga carriera politica e anche con una robusta venatura di irritazione. «Notizie confuse, pasticciate, inesatte (non ero capogruppo del Pdl come è stato scritto sui quotidiani nazionali, perché il Pdl ancora non esisteva), con le cifre sparate a caso».
Non le hanno contestato dunque quei 16.600 euro di rimborsi ottenuti per un elenco di spese in cui figurano tra le voci principali, giornali, libri, ricariche di cellulari e pranzi? «A parte il fatto che non so se quella è la cifra che corrisponde ai miei rimborsi personali per spese di cui ho dato conto direttamente ai pm quando sono stato invitato a farlo, no, questa volta si tratta di altro, almeno per quanto mi riguarda. Si tratta dei rimborsi per una cifra parecchio inferiore che ho firmato a due colleghi quando ero a capo del gruppo». Quali colleghi, Boscagli non lo dice «per correttezza», quanti gli euro contestati nemmeno.
Il cognato di Formigoni, al momento senza incarichi politici, fa sapere di non avere niente da nascondere: «Quando sono stato chiamato a rendere conto non ho certo avuto paura di rispondere. Mi difendo e continuerò a farlo perché sono certo di avere agito nei limiti delle norme e quindi nel pieno rispetto della legge».
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