Lecco, biblioteca da salvare
Parte la sottoscrizione

Dopo l'appello alla generosità di almeno cinquecento lecchesi lanciato da Giorgio Marchini, e  dopo le prime adesioni di personaggi del mondo della cultura, della politica e dell'economia, si comincia giovedì prossimo: le donazioni si raccolgono nelle cinque librerie del centro

LECCO - Si parte. Da giovedì 6 giugno la proposta di Giorgio Marchini, lanciata dalle colonne de "La Provincia" lo scorso 24 maggio, potrà trovare pratica attuazione.
Basterà recarsi in una delle cinque librerie lecchesi e versare 100 euro. Sarà rilasciata ricevuta della somma. Dopo di che la biblioteca potrà disporre in ogni libreria di un suo "budget" per gli acquisti, a iniziativa terminata (non è stata fissata ancora una data).

Ricordiamo come il docente lecchese avesse esortato i lecchesi a intervenire su un'emergenza per la quale «marginale per gravità rispetto alle tante che ci assillano, ma indicativa della determinazione a non cedere di una intera collettività».
Si tratta dell'emergenza «Biblioteca Civica di Lecco, che lo scorso anno ha festeggiato il trentennale della sede e che rappresenta il più importante polo culturale della nostra città, ma non dispone più di fondi per gli acquisti».

Da cui la provocatoria, ma nemmeno troppo, proposta: «Servono 500 lecchesi disposti a dare un contributo di 100 euro alla Biblioteca  per permettere che il virtuoso apporto della Civica "Pozzoli" alla crescita culturale della nostra città non si esaurisca e che a goderne siano soprattutto i giovani». E ancora: «Cento euro non sono pochi. Ma solo un atto di generosa sensibilità può far rifiorire gli scaffali di Via Bovara. In questo maggio senza profumi, non possiamo rinunciare anche a quello della cultura».

Una proposta, subito sorretta attivamente dal nostro quotidiano, e che, di giorno in giorno, ha ricevuto sempre più adesioni e simpatia. Dagli esponenti della cultura come Gianfranco Scotti, Gian Luigi Daccò, Luigi Rosci, Paolo Gulisano, agli imprenditori Vico Valassi e Giovanni Maggi, all'avvocato Roberto Tropenscovino, al prevosto Franco Cecchin fino ai politici come Antonio Rusconi, Mauro Piazza, e tanti altri.

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