Economia / Lecco città
Lunedì 18 Novembre 2013
Lecco, i bancari decisi
In programma nuovi scioperi
Dopo la protesta del 31 ottobre annunciati altri due fermi
«Gli istituti con i conti in rosso a causa di strategie sbagliate»
I bancari sono ancora sul piede di guerra e hanno proclamato un ulteriore pacchetto di 15 ore di sciopero, dopo quello del 31 ottobre, da realizzare in due giornate di chiusura, entro febbraio.
Il motivo è sempre la disdetta del contratto da parte dell’Abi e l’assenza di un’intesa sia sulla ultra attività (cioè sulla possibilità di far valere questo contratto finché le parti non riusciranno a raggiungere un’intesa per uno nuovo), sia perché l’Abi ha annunciato nuovi tagli al personale per via delle sofferenze degli istituti di credito.
I dipendenti delle banche, come spiega Ottavio Mangola della Cisl, non ci stanno: «I bancari di Lecco hanno capito che la situazione è grave e che ci sono troppe vicende su cui non è più possibile chiudere gli occhi. Troppo spesso i conti delle banche sono in rosso per via di strategie sbagliate, perché le banche danno credito a grossi gruppi che non navigano in buone acque. Adesso il costo delle sofferenze bancarie è tanto pesante quanto il costo del personale e i vertici dell’Abi hanno deciso di scaricare le perdite sui dipendenti, pensando appunto a un nuovo contratto fatto di riduzioni dei diritti salariali e futuri tagli. Non ci stiamo».
Ecco perché, nonostante lo sciopero abbia un costo (circa 70 euro netti persi per ogni giorno di sciopero), i lavoratori hanno già fatto capire che volentieri aderiranno alle iniziative di protesta.
«E non ci fermeremo allo sciopero - spiega Mangola - Se l’Abi non prenderà la strada di un’intesa siamo pronti ad azioni mediatiche di rilievo», facendo le pulci ai conti delle banche che non tornano. I sindacati invitano comunque l’Abi a riprendere le trattative: «Chiediamo il reciproco riconoscimento di pari dignità delle parti, per cui si conferma la necessità che l’Abi, come premessa imprescindibile, riconsideri la manifestata volontà di non dare continuità all’applicazione del contratto nazionale vigente, qualora, alla sua scadenza, esso non risultasse ancora rinnovato. La mancata rimozione, da parte delle banche, di tale intento pregiudicherebbe qualunque possibilità di riprendere i negoziati». Infatti secondo i sindacati il prossimo contratto dovrà essere a dir poco rivoluzionario, nel senso che non basta pensare a un taglio dei diritti economici e sindacali dei dipendenti per dare ossigeno ai conti dissestati delle banche: «Serve un progetto condiviso per rimodulare il mondo del credito, rendendolo capace di far ripartire la raccolta e dando la possibilità alle territoriali di sostenere le imprese che meritano accesso al credito».
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