Lecco-Ballabio, altra giornata da incubo. Bussola: «Si sblocchi il cantiere della galleria Giulia»

Disagi, disagi e ancora disagi. Inevitabili, naturalmente, ma che fanno arrabbiare la gente perché il protocollo d’emergenza funziona, ma non risolve. E, forse, non lo può fare. Oggi gli automobilisti hanno segnalato che a San Giovanni, di mattina presto, c’era un equipaggio dei Carabinieri a fermare i mezzi pesanti e farli accodare fino alle 9 insieme ad agenti della Locale, sia in corso Matteotti che al Ponte della Gallina. A Ballabio, c’era poi di persona il sindaco Giovanni Bruno Bussola e il suo comandante Marco Maggio.

Il sindaco racconta: “Dalle 6,30 del mattino eravamo sulla rotonda fuori dalla Ss36 Racc per fermare i mezzi pesanti. E alle 7,30 siamo andati al cantiere della Provincia (curva di Montalbano, n.d.r.) sulla Sp62 per spegnere il semaforo “intelligente” che aveva dato problemi lunedì. E quindi sono arrivati i movieri dell’impresa per velocizzare il traffico e gestirlo”. Per Bussola la questione è chiara: “Il protocollo d’emergenza è estremamente utile: si arrivava a metterci fino a due ore e mezza per scendere da Ballabio, quando la strada venne chiusa dopo la frana. Ora ci vuole un’oretta buona, per scendere. Forse meno per salire. Ma qualsiasi cosa fai, quando arrivi a Laorca la coda è ferma fino a via Tonale. Chiedo che giovedì la situazione si sblocchi senza “se” e senza “ma” sul cantiere della galleria Giulia e che la Ss36 Racc venga riaperta. Abbiamo sofferto anche troppo questi disagi”.

Sottinteso: quei lavori alla galleria Giulia (quella della frana, n.d.r.) avrebbero dovuto terminare 9 mesi fa. Ma, a voler essere cattivi, la fretta di mantenere la promessa del ministro Salvini di riaprire la strada, ha fatto “i gattini ciechi”: due gli smottamenti che hanno fatto chiudere due volte la strada per più giorni, in quest’ultimo anno e mezzo. Più tutte le microchiusure lamentate da Bussola per il cantiere interno. Insomma, i miracoli sulla Sp62, la vecchia Lecco-Ballabio, non si possono fare solo grazie a movieri, agenti e piani di emergenza. Anche perché, e la sensazione è netta, la viabilità di Lecco è diventata ancora più fragile rispetto a due anni or sono e non riesce a smaltire la massa di veicoli che dalla Valsassina scendono verso Lecco. Viceversa, infatti, tutto è molto più snello.

Di sicuro e fattuale, però, ci sono solamente i tempi di percorrenza. I più mattinieri hanno fatto coda ma se la sono cavata tutto sommato con una mezz’oretta di fila dalle 7 in poi. Ma chi ha passato le 7,15-7,20 non ha avuto scampo: un’ora per raggiungere il centro di Lecco o il Caleotto, a seconda della direttrice intrapresa. Insomma, un mezzo disastro. Le autorità fanno quel che possono e anche schierando tutto il personale disponibile, sarebbe difficile evitare disagi, però resta la sensazione che l’unica soluzione per evitare le code sia…riaprire la nuova Lecco-Ballabio e, possibilmente, non chiuderla più. Un sogno irrealizzabile? Pare di sì. Su una strada così ardita, costruita in mezzo alle montagne e a pareti rocciose friabili, con pendenze da pista di bob (in discesa), e da skilift (in salita), con curve quasi paraboliche, non può andare sempre tutto bene. Ma neanche così male.

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