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Venerdì 19 Ottobre 2012
Lecco: le aziende
non vedono la ripresa
È ancora crisi e le prospettive per le imprese di Lecco restano incerte, per non dire difficili. Continua ad essere stagnante la domanda interna, mentre quella estera risente a sua volta della congiuntura difficile con segnali di rallentamento.
Sono, in sintesi, i risultati elaboratori dall'Osservatorio rapido congiunto di Confindustria Lecco e Confindustria Como. Secondo l'ufficio studi di via Caprera, l'attività produttiva rallenta così come la percentuale di utilizzo medio degli impianti produttivi che si attesta vicino al 70%. Anche il fatturato è in calo e, come fattore aggravante, si combina con una maggiore tendenza all'insolvenza da parte dei clienti.
In tale contesto, le aspettative delle imprese sono incerte, con un orientamento prevalente nel prevedere stabili le condizioni di settembre. Anche se, per oltre un'azienda su tre, si ipotizza un possibile peggioramento.
Secondo l'Osservatorio di Confindustria, le imprese delle province di Lecco e di Como a settembre hanno accusato un rallentamento dei livelli della domanda rispetto ai risultati di luglio. A differenza delle precedenti edizioni dell'Osservatorio, la contrazione riguarda sia gli ordini sul mercato interno, da diverso periodo in situazione di stagnazione, che la domanda all'estero. Nel primo caso si rileva una diminuzione del 51,7% del campione, stabilità nel 32,6% e aumento nel restante 15,7%. Sul versante internazionale, invece, i casi di diminuzione rappresentano il 44,6% del totale, a fronte del 55,4% dei casi per i quali le imprese hanno indicato stabilità (il 32,4%) o livelli in aumento (23%).
«I dati riferiti alla provincia di Lecco si rivelano sostanzialmente in linea con quanto visto congiuntamente - commenta Giovanni Maggi, presidente di Confindustria Lecco - . Le imprese del territorio registrano sia cali di domanda italiana che dall'estero. Questo in particolare è per noi elemento di attenzione, poiché l'export è sempre stato tra i principali punti di forza della nostra provincia. Il fatto che gli scambi internazionali rechino segni di raffreddamento ci restituisce un quadro di quanto la crisi sia complessa».
Nel dettaglio, i giudizi sulla domanda in Italia indicano un mantenimento per il 36,2%, un aumento nel 16% ma una contrazione per il 47,8%, a conferma di quanto il mercato interno sia sofferente.
Per quanto riguarda l'export la riduzione è indicata nel 43,9% dei casi, la stabilità nel 33,3% e l'aumento nel 22,8%.
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