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Lunedì 20 Maggio 2013
Lecco: gli artigiani
puntano sulla formazione
Gli artigiani puntano sulla formazione "sul campo" dei più giovani per dare un futuro alle piccole aziende. In base a un'indagine di Confartigianato, gli artigiani lecchesi investono nella formazione sul campo l'1,5% del valore aggiunto del settore.
In base a un'indagine di Confartigianato, gli artigiani lecchesi investono nella formazione sul campo l'1,5% del valore aggiunto del settore. In un anno gli artigiani impiegano stabilmente 770 nuovi giovani under 30 nelle loro aziende e spendono nel training dei neo assunti una cifra pari a 20,9 milioni di euro, quasi un punto e mezzo del fatturato complessivo delle aziende artigiane del territorio.
Si tratta di una buona notizia se si considera che fra gli under 30, sette su cento sono disoccupati. Sono poco più di 50 mila i giovani sotto i trent'anni e di questi gli attivi sono 27.600, gli occupati 24 mila e i disoccupati 3 mila e 500. Il tasso di attività fra i giovani è del 54,7%, mentre il passo di disoccupazione è del 12,9%.
Confartigianato sta elaborando vari progetti di training on job, formazione al lavoro, che potrebbero aiutare a risolvere il problema dei giovani che non studiano e non lavorano. «Il tasso di abbandono prematuro dei percorsi di istruzione dei giovani è quasi doppio rispetto alla Germania e il paradosso è che quasi un'assunzione su quattro nell'artigianato è di difficile reperimento». Confartigianato ha anche realizzato un elenco delle professionalità più rare ricercate: le piccole imprese lecchesi sono in cerca di pavimentatori e posatori, montatori di carpenteria metallica, meccanici, riparatori e manutentori di automobili, attrezzisti di macchine utensili, sarti e modellisti, fabbri, operatori di presse per forgiare.
Figure che sono difficili da reperire e che quindi devono essere formate sul campo. Gli artigiani lecchesi hanno investito nel 2012 quasi mezzo milione di ore per l'affiancamento dei neo assunti, equivalenti al 70,9% delle ore annuali di insegnamento di una aula superiore.In media il 43% del tempo del tutor aziendale viene utilizzato per affiancare i nuovi assunti nel primo anno di attività. In questa delicata e importante fase di ingresso l'imprenditore e i suoi collaboratori mettono a disposizione dei giovani assunti il patrimonio di competenze accumulato dal capitale umano dell'impresa.
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