Cronaca / Lecco città
Mercoledì 01 Ottobre 2014
Lecco: su articolo 18 e contratti
Prove d’intesa tra i sindacati
Cgil, Cisl e Uil affermano di avere l’obiettivo condiviso di ridurre la precarietà e i diritti dei lavoratori
Wolfango Pirelli: «C’è un dialogo aperto». Carmelo Orlando: «Su tutele e lavoro posizioni convergenti»
Dopo l’incontro delle segreterie nazionali di Cgil Cisl e Uil sul jobs act i sindacati lecchesi buttano acqua sul fuoco sulle divisioni che hanno impedito di decidere per una manifestazione unitaria.
E alla vigilia del voto in Senato della legge delega sul lavoro guardano con diverso grado di diffidenza (Cgil e Uil) o fiducia (Cisl) alle aperture di dialogo espresse dal presidente del Consiglio Matteo Renzi e ci spiegano che troppe variabili in corso d’opera sconsigliano posizioni di rottura fra le sigle.
Ora, spiegano, bisognerà vedere se e quanto si potrà davvero dialogare non solo sull’articolo 18 e il reintegro, ma anche sulla riduzione dei contratti, sul tema delicato del controllo a distanza, sulle mansioni in caso di ristrutturazione aziendale.
«Non c’è rottura sindacale, ma un dialogo aperto. Dopo l’incontro nazionale – dice il segretario della Cgil provinciale Wolfango Pirelli – abbiamo tenuto aperto una discussione su punti di vista diversi non solo sull’articolo 18. Noi manteniamo la nostra manifestazione nazionale programmata per il 25 ottobre e ricordo che le manifestazioni unitarie non mancano».
Il riferimento è alla manifestazione dei metalmeccanici, ma anche ai due appuntamenti dell’8 novembre dei lavoratori della scuola pubblica e la prossima iniziativa promossa unitariamente dai sindacati dei pensionati anche sull’estensione alla categoria del bonus di 80 euro.
«Posto l’obiettivo di fondo – aggiunge Pirelli – di ridurre la precarietà, difendere i diritti, unificare il mondo del lavoro ed evitare la classificazione di lavoratori in serie A e B c’è unità d’intenti fra sindacati. È anche vero che Cisl e Uil, che stanno andando al rinnovo delle dirigenze, si trovano in una dinamica interna complessa per la quale abbiamo ovviamente rispetto. Poi è anche vero che – ad esempio – la Uil ha chiesto lo scorso 24 settembre autonomamente un incontro al Governo per presentare proprie proposte».
«Dall’incontro nazionale sindacale – dice il segretario della Cisl provinciale Valerio Colleoni – non è uscita una decisione unitaria perché si aspettava l’esito del successivo incontro del Pd che ora sappiamo essersi espressa a grande maggioranza in linea con Renzi. Il quale si dice disponibile a incontrare i sindacati. In aggiunta il segretario generale della Cgil Susanna Camusso un giorno appare moderata, poi parla con Landini e si esprime su uno sciopero generale per poi tornare a mettere la sordina all’argomento. Comunque, dopo le dichiarazioni di Renzi, dopo il primo voto del Senato sul jobs act e soprattutto dopo un incontro stabilito in tempi rapidi col Governo l’iniziativa unitaria sarà possibile».
«Su tutele e lavoro – dice il segretario della Uil provinciale Carmelo Orlando – le posizioni sono abbastanza convergenti. A Renzi ricordiamo che togliere l’articolo 18 non si collega alle condizioni per sviluppare occupazione. Ora il premier ci dice che vuole dialogare ma credo sia solo una dichiarazione tattica in concomitanza con lo scontro in atto nel suo partito». Sulla mancata azione unitaria spiega che «non è detto. E’ difficile ritrovarci insieme già il 25 ottobre. Circa invece uno sciopero generale, anche noi non lo escludiamo in un momento in cui manca il lavoro, la burocrazia attanaglia le aziende, un patto di stabilità micidiale blocca l’economia e l’articolo 18 appare solo come un minimo deterrente contro i licenziamenti»
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