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Giovedì 13 Dicembre 2012
Lecco: Arlenico
futuro sempre incerto
Trema l'Arlenico Lucchini, si fa sempre più probabile il commissariamento dell'intero gruppo dal momento che l'offerta Klesch per l'acquisizione della Lucchini è stata respinta.
I dubbi sulla tenuta dello stabilimento lecchese con i suoi circa cento dipendenti si fanno insistenti e in queste ore il sindacato sta chiedendo con insistenza un incontro con il management dell'azienda per avere maggiori informazioni. Attualmente i lavoratori lecchesi non stanno lavorando e sono tutti in contratto di solidarietà, mentre rimane un piccolo presidio ai cancelli dello stabilimento cittadino per vigilare sulle tonnellate di vergella ancora presenti in fabbrica, che rappresentano l'unica garanzia di una possibile riapertura dell'attività e gennaio, anche se questa speranza si fa sempre meno concreta.
Il confronto di mercoledì tra i vertici del fondo svizzero Klesch, interessato a rilevare le attività del polo siderurgico piombinese, e il pool di banche che vantano un credito di 700 milioni di euro (Unicredit, Intesa Sanpaolo, Popolare di Milano, Bnp Paribas, Creberg, Cassa di risparmio di Firenze, Centrobanca, Banco popolare, Natixis, Bnl), con l'advisor Rothschild (presenti anche il presidente e l'amministratore delegato del gruppo Lucchini, Giuliano Mari e Francesco Chindemi), non ha dato i risultati sperati. Doveva essere l'incontro decisivo, ma la trattativa ha evidenziato distanze incolmabili.
Secondo fonti vicine alla trattativa, gli svizzeri frenano perché non hanno trovato il sostegno del territorio. Non è un mistero che molti non vedano positivamente il piano Klesch, che prevede un progetto di investimento in un nuovo forno elettrico e l'abbandono delle lavorazioni a caldo, con il rischio di produrre un migliaio di esuberi a Piombino sui circa 2.200 addetti del polo produttivo toscano. Scelte che quindi stanno ricadendo anche sui lavoratori lecchesi che si occupano della laminazione delle billette e della produzione della vergella destinata alle imprese metal meccaniche del territorio e non solo. Klesch avrebbe inoltre posto come pregiudiziali all'acquisto condizioni eccessivamente pesanti e vincolanti.
Sgombrato il campo da Klesch resta dunque solo da capire quale sarà la prossima mossa del cda. Rotshschild e banche dovranno infatti rispettare l'impegno preso lunedì scorso davanti al sottosegretario allo Sviluppo economico Claudio De Vincenti a chiudere in fretta la vicenda Lucchini. E potrebbero farlo gettando subito la spugna per chiedere l'amministrazione straordinaria.
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