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Martedì 17 Aprile 2012
Lecco: Api contro
il nuovo bando delle Poste
L'Api di Lecco contesta il nuovo bando di Poste italiane per la fornitura di 43mila completi estivi, ed altrettanti invernali, per i portalettere. È un bando che - quanto a condizioni - riprende quello che lo scorso anno l'Api di Lecco riuscì a far bloccare in sede europea, con la motivazione della «procedura incompleta».
Il direttore dell'Api fa riferimento al nuovo bando di Poste italiane per la fornitura di 43mila completi estivi, ed altrettanti invernali, per i portalettere. È un bando che - quanto a condizioni - riprende quello che lo scorso anno l'Api di Lecco riuscì a far bloccare in sede europea, con la motivazione della «procedura incompleta».
Di quel bando, e di conseguenza anche di quello appena pubblicato, l'Api contestava i listini minimi della gara. Prezzi che - secondo la Lovers di Olginate, ditta che produce abbigliamento tecnico per corpi militari o per altre amministrazioni (tipo i vigili del fuoco o, appunto, le poste) - erano così bassi da essere inferiori al costo industriale necessario a produrre questi capi. Ad essere precisi, produrre in Europa i completi richiesti da Poste italiane costa quasi un terzo in più dei prezzi fissati dal bando. In pratica - questo è il ragionamento dell'Api e dell'azienda ad essa associata - a questi prezzi, alla gara possono partecipare solo soggetti che comprano i completi in Cina, o in altri Paesi con costi di molto inferiori a quelli europei, e che poi li rivendono alle Poste.
Insomma, è una gara alla quale possono partecipare solo commercianti che acquistano i completi in mercati con costi stracciati, e che poi li rivendono alle Poste, una società per azioni controllata dal ministero dell'Economia e delle finanze che quindi deve avere a cuore la difesa del made in Italy o del made in Ue. E la tutela delle produzioni delle piccole e medie imprese italiane, che già di loro sono strozzate dai costi e dalle inefficienze di un sistema paese in ritardo su quasi tutto.
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