Cronaca / Lecco città
Venerdì 02 Ottobre 2015
Lecco all’Expo
Il primo incontro ai cancelli
La giornata dedicata al nostro territorio: dalla Gilardoni (all’ingresso) fino alla cucina de “La Costa”
Per trovare un po’ di Lecco a Expo non serve cercare. Ci si sbatte contro: si arriva agli ingressi, si lasciano le borse sui cestelli. E poi, metal detector per le persone, radiografie per le borse. Le macchine sono della “Gilardoni raggi X”. Mandello, non serve neanche specificarlo. Impianti che garantiscono la sicurezza in numerosi aeroporti e che in questi mesi vigilano anche sull’Expo.
Ma ieri l’Esposizione universale era un po’ più lecchese degli altri giorni. Organizzata dalla Camera di commercio, al padiglione Italia, si è tenuta la prima delle due giornate (la prossima è in calendario giovedì 8) denominate “Lecco chamber days” che ha permesso a sette eccellenze del territorio di presentare prodotti e servizi. C’erano: Bellavite editore di Missaglia; Marco d’Oggiono prosciutti; Paolo Vallara, grafico e designer; il Consorzio Terre alte; la Icam; il consorzio Brianza che nutre, e Mauri Formaggi di Pasturo.
Ma prima di arrivare al padiglione Italia bisogna camminare un po’ lungo il Decumano (il vialone centrale dell’Expo). Appena aperti i cancelli, Expo - che è una città - si stiracchia: lungo i vialoni poco gente, le macchine del caffè non sono ancora in pressione, i padiglioni sono chiusi, le hostess si lasciano scappare qualche sbadiglio. È il risveglio prima dell’invasione quotidiana (sono giorni da quasi 200mila ingressi) del Decumano e del Cardo.
Poco dopo l’ingresso (valutazione soggettiva), sulla sinistra del Decumano c’è un’altra presenza lecchese. La “Fratelli Beretta” di Barzanò è sponsor ufficiale salumi di Expo. Nei pressi del padiglione della Thailandia ha allestito lo spazio aziendale “Piazza Beretta 1812”. Un’area di 400 metri quadrati con le 18 eccellenze della salumeria tradizionale italiana. Inoltre, Beretta ha un altro stand di 40 metri quadrati nel padiglione “Cibus è Italia” di Federalimentare.
Ancora lungo il Decumano, ma sulla destra, c’è il cluster del cacao, all’interno del quale è aperto lo spazio Icam. Spaccio di vendita per i prodotti del top di gamma, ma anche un’illustrazione di come dalle fave del cacao si arriva al cioccolato. Una filiera lunga che ha origine nei paesi tropicali o subtropicali dove si coltiva l’albero del cacao. Nel caso della Icam possono essere il Perù (da dove arriva il cacao per il cioccolato biologico di cui l’azienda lecchese è leader) o l’Uganda. A spiegare le varie fasi della lavorazione del cacao c’è Francesca Milani di Ello, una neo laureata con tesi sulla Icam.
Sugli schermi touch le immagini delle piantagioni, della nuova fabbrica Icam ad Orsenigo e di quella di Pescarenico. «Qualche giorno fa - racconta Francesca Milani - una signora scorrendo le foto in bianco e nero della vecchia fabbrica si è riconosciuta». Altri tempi, quando da come “girava” il profumo di cioccolato qualcuno riusciva a prevedere se l’indomani sarebbe piovuto. Icam, un pezzo della storia e dell’orgoglio imprenditoriale lecchese, un po’ come - in un settore diverso - lo è il Caleotto, di recente “risorto”. Ma dalla vergella che esce dal laminatoio dell’Arlenico torniamo all’Expo. Cucina e cibo. Ad ottobre, tra i ristoranti regionali di Eataly, tutto questo mese “La Costa”, agriturismo di Montevecchia, presenta i suoi menù. Camminiamo sul Decumano, arriviamo sul Cardo e al padiglione Italia. Siamo alla giornata lecchese. Banchetti di prodotti dei due consorzi e della “Marco d’Oggiono prosciutti”, impresa artigianale con dipendenti e un prosciutto che si caratterizza per la dolcezza: forse un regalo dell’aria che arriva dal lago e si ferma contro le colline brianzole.
Dentro nello spazio del padiglione Italia, Unioncamere regionale presenta un filmato con i vari territori. Su un muro sono riuniti dodici esempi di progetti innovativi e di start up. Ce n’è una lecchese: è il Lecco innovation lab, il laboratorio della nautica nato nel 2010 da un’iniziativa del Politecnico, di Univerlecco e della fondazione Cariplo. Il responsabile Andrea Ratti spiega che l’obiettivo del laboratorio è unire le conoscenze dei ricercatori con le competenze delle imprese, per proporre al mercato soluzioni innovative.
Sul pavimento del padiglione vengono proiettate le immagini dei capoluoghi delle province lombarde: Mantova, patrimonio dell’Unesco; Cremona, città della musica, Monza patrimonio del mobile. E Lecco? «Un sistema territoriale per favorire connessioni».
Connessioni un po’ allentate negli ultimi mesi.
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