Cronaca / Lecco città
Venerdì 12 Maggio 2017
Lecco. Alle partite Iva
un po’ di diritti dei dipendenti
Dalla maternità alla “disconnessione”: lo Stato riconosce a circa due milioni di lavoratori parità di trattamento con le categorie più protette
Dopo tre anni di rinvii in Parlamento, ieri il Senato ha dato il via libera definitivo allo statuto sul lavoro autonomo.
Il nuovo «jobs act delle partite Iva”, non una nuova legge ma in sostanza il primo statuto che riconoscerà a circa due milioni di lavoratori - tutti gli autonomi che non sono imprenditori - una serie di diritti, dai congedi per maternità o malattia fino ad altre misure per gli aspetti fiscali e relativi ai tempi di pagamento.
Il Ddl si collega alla legge di Stabilità già approvata con lo scopo di rafforzare il ruolo dei lavoratori autonomi estendendo una serie di tutele spinte da professionisti e associazioni di categoria.
Dopo essere rimasto fermo in Senato per mesi a partire dalla presentazione nel febbraio 2016 il 10 gennaio scorso il ddl è passato alla Camera che l’ha licenziato e inviato blindato in Senato per l’approvazione definitiva.
Fra le misure principali, la norma prevede che la lavoratrice in gravidanza che svolge attività continuativa per un committente possa continuare a lavorare: sarà tutelata con la possibilità di continuare a fatturare e comunque percepire l’indennità, utilizzando il congedo sei mesi durante i primi tre anni dalla nascita del bambino.
Sempre in tema di maternità, la free lance potrà accordarsi con il datore di lavoro in modo da assicurare la prestazione facendosi sostituire da una persona di sua fiducia in possesso di analoghi requisiti professionali. Sospensione, inoltre, per un massimo di cinque anni del rapporto di lavoro in caso subentrino infortuni o malattie.
Arriva inoltre imposto per legge anche il “diritto alla disconnessione” in modo che siano assicurati i tempi di riposo per chi telelavora.
Sul fronte dei pagamenti questi dovranno essere saldati entro al massimo 60 giorni e senza la possibilità che eventuali clausole che prevedano tempi più lunghi siano considerate valide. Sale inoltre a 10mila euro il tetto di spese deducibili per l’aggiornamento professionale.
Bene, per il segretario generale della Cgil provinciale, Wolfango Pirelli, la presa in considerazione «di una serie di diritti e tutele che nella nostra Carta dei diritti riguardano quel tipo di lavoro autonomo che si trova al confine fra lavoro dipendente e prestazione professionale, come accade in caso di monocommittenza. In questo senso - aggiunge Pirelli - condividiamo il contenuto del nuovo provvedimento, ma non basta».
Il passo in più da compiere ora è quello di «far sì che nelle nuove norme sul lavoro autonomo non trovino spazio forme di precarizzazione del lavoro dipendente come sarebbero quelle previste per lavori pagati a progetto e non in base al tempo impiegato. In particolare va approfondito il tema del lavoro agile: non possiamo immaginare lavoratori dipendenti pagati non in base al numero di ore che svolgono ma in base al raggiungimento dei risultati che ottengono».
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