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Giovedì 26 Luglio 2012
Lecco: alla Leuci
cresce l'incertezza
Le linee produttive della Leuci finiscono in India, ma nessun nuovo investimento è pronto a decollare nella sede lecchese della storica fabbrica di lampadine.
In base ai piani aziendali due linee delle dieci dedicate alla produzione di lampade a incandescenza sono state cedute a un'azienda indiana per aumentare la produzione di apparecchi illuminanti. Questo perché in Italia non possono più essere immessi sul mercato prodotti a incandescenza, così come imposto dalle ultime disposizioni della Comunità Europea a favore del risparmio energetico. Quindi le linee produttive giacevano inutilizzate nel capannone della Leuci e l'idea dell'azienda è stata quella di venderle per poi sfruttare i soldi ottenuti dall'accordo per avviare un progetto per la realizzazione di lampade alogene, adatte al mercato europeo.
Il progetto di Relco, l'azienda che controlla il 100% della società Leuci, era stato presentato un paio di anni fa e consisteva nella realizzazione di lampade alogene applicabili su apparecchi illuminanti a incandescenza. Un'idea che potrebbe consentire la riattivazione di una linea produttiva, con opportune modifiche tecnologiche - e garantire l'occupazione di circa una decina di lavoratori. Tuttavia il progetto non è mai decollato.
Una delle vecchie linee è già stata venduta, e la seconda è prossima alla spedizione, anche se nel frattempo l'azienda non ha più confermato alcuna intenzione di investire i ricavi ottenuti nelle innovative lampade alogene. Notizie che stanno creando parecchio malumore fra gli ottanta lavoratori della Leuci di Lecco, che si sono riuniti in assemblea proprio per discutere di questa situazione e capire quale atteggiamento assumere nei confronti dell'azienda.
A questo si aggiunge la necessità di incontrare l'azienda per avviare una proroga di altri sei mesi del contratto di solidarietà (che attualmente copre circa il 60% delle ore lavorate) e che garantisce ai lavoratori la continuità occupazionale.
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