Editoriali / Lecco città
Martedì 29 Ottobre 2013
Lecco, addio Provincia
Niente elezioni 2014
L’ha promesso il ministro Delrio: entro fine anno gli enti intermedi saranno riformati. Vuol dire che diventeranno di secondo grado, ovvero con un presidente nominato dai sindaci e un’assemblea di primi cittadini. L’amministrazione Nava ormai in scadenza, la quarta da quando esiste l’ente lecchese, dovrebbe dunque essere l’ultima. Non si andrà al voto per il rinnovo. Preoccupati i 250 dipendenti
LECCO
Al lupo al lupo: da ll’estate del 2011 viene data per imminente la morte delle Province, ma stavolta sembra si faccia sul serio.
De profundis per l’amministrazione provinciale lecchese che, nata nel 1994 dopo una lunga battaglia per l’autonomia da Como, naufragherà almeno così come l’abbiamo conosciuta la prossima primavera: non ci saranno infatti le elezioni previste per la naturale scadenza della legislatura.
L’amministrazione di centrodestra guidata da Daniele Nava - la prima di questo colore, la quarta dalla nascita dell’ente - potrebbe essere ricordata come l’ultima.
Almeno secondo la promessa del ministro per gli Affari regionali e le autonomie locali, Graziano Delrio, che ha annunciato l’abolizione entro l’anno degli enti intermedi. Il ministro traccia un piano preciso: modifica costituzionale per ridurre le materie di competenza, trasformazione delle Province in enti di secondo grado (i cui organi cioè non saranno eletti dai cittadini), il presidente nominato dai sindaci che faranno parte della politica. Obiettivo: azzeramento dei costi della politica.
Il nuovo corso a Lecco prenderà corpo a maggio.
Ma è Francesco Mazzeo, coordinatore della rappersentanza sindacale unitaria della Provincia, a esprimere dubbi e preoccupazioni, visto che l’ente dà lavoro a 250 persone.
«Non nego possibili sprechi e inefficienze - dice -Che però, nelle Province come ovunque, sono imputabili non alla loro inutilità, quanto semmai alla cattiva gestione, laddove esiste. La buona amministrazione invece nelle Province è al servizio deicittadini».
Mazzeo entra nel merito dei dati: «Le Province costano 10 miliardi, cioè l’1,26% della spesa pubblica complessiva. Di questa cifra sono 105 milioni a pagare le spese della politica (indennità e gettoni di presenza delle giunte e dei consigli), tutto il resto va in edilizia scolastica, strade, servizi sociali, tutela ambientale, promozione turistica».
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